Oltre tremila persone sono state arrestate nell’ultima settimana a Luanda, capitale dell’Angola, nel quadro di un’operazione di polizia ufficialmente diretta contro il fenomeno dell’immigrazione clandestina.
Secondo alcune testimonianze, tuttavia, le verifiche sulla regolarità dei documenti che molti dei fermati esibiscono vengono effettuate solo in un secondo momento. Prima i fermati, indipendentemente dal loro status, vengono trasferiti nel centro di detenzione di Trinita, a una trentina di chilometri dalla capitale: la permanenza qui può durare anche diversi giorni, in condizioni igieniche e di vita che i migranti descrivono come pessime, in particolare per la scarsità di cibo e acqua.
Da parte sua il governo angolano ha fatto sapere che, delle 3.045 persone fermate, oltre 2.160 sono già state rimesse in libertà: a Trinita ne restano dunque 844. Le autorità di Luanda, in più, hanno annunciato provvedimenti imminenti contro quei cittadini angolani che “in forma criminalmente dolosa favoriscono” l’ingresso di stranieri con documenti non in regola.
L’arresto di migranti non è raro in Angola e riguarda spesso persone provenienti dalla confinante Repubblica Democratica del Congo. Le operazioni di polizia per contrastare il fenomeno vengono spesso messe in evidenza dalla stampa di Stato. Nelle stesse comunicazioni ufficiali il governo descrive l’immigrazione clandestina come portatrice di “effetti negativi” per l’economia e il benessere dei cittadini, invitando questi ultimi a “collaborare nell’eliminazione di queste pratiche”. – Misna