Aut aut dei militari al presidente: “Se le forze politiche non rispetteranno l’ultimatum, le forze armate presenteranno una road map”, la cui applicazione sarà controllata ”direttamente” dall’esercito. Intanto in piazza milioni di persone, gli attivisti della campagna ‘Tamarod’ minacciano disobbedienza civile. Si dimettono quattro ministri. Alla manifestazione di ieri contro il presidente almeno 16 morti e 781 feriti. Tamarod: “22 mln firme contro Morsi”. Gli Usa mettono in allerta marines di Sigonella
Le forze politiche egiziane hanno ancora “48 ore” per trovare un’intesa e “soddisfare tutte le richieste dei cittadini”. L’esercito egiziano, all’indomani delle proteste di massa contro il presidente Mohamed Morsi lancia un ultimatum al governo. E’ quanto si legge in un comunicato del. Se le forze politiche non rispetteranno l’ultimatum, le forze armate presenteranno “una road map”, la cui applicazione sarà controllata ”direttamente” dall’esercito.
Nel comunicato, letto alla tv di Stato, è stato precisato che le eventuali misure per superare lo stallo politico saranno concordate dall’esercito “con tutte le forze politiche, compresi i giovani che hanno innescato la gloriosa rivoluzione”.
A precedere l’ultimatum dei militari ce n’era stato un altro lanciato dagli attivisti della campagna Tamarod, che ieri e nei giorni precedenti ha portato in piazza milioni di persone in tutto il Paese, che avevano dato a Morsi tempo fino alle 17 ora locale (le 16 in Italia) di domani per dimettersi o nel Paese sarà disobbedienza civile.
“Diamo tempo a Morsi fino a martedì 2 luglio alle 17 perche’ dia le dimissioni – si legge in un comunicato di Tamarod – permettendo alle istituzioni nazionali di preparare elezioni presidenziali anticipate”.
Gli attivisti chiedono inoltre “alle istituzioni dello stato, compresi l’esercito, la polizia e la magistratura, di sostenere apertamente la volonta’ popolare, cosi’ come emerge dalla folla” che ha riempito le piazze in questi giorni. Il comunicato respinge quindi l’appello al dialogo arrivato da Morsi, perche’ “non c’e’ alcuna possibilita’ di accetare soluzioni a meta’. Non ci sono alternative – si legge – alla fine pacifica del potere dei Fratelli Musulmani e del loro rappresentante, Mohamed Morsi”.
Il pressing su Morsi interessa lo stesso governo. Quattro ministri hanno infatti presentato le loro lettere di dimissioni al premier Hisham Qandil. Ad abbandonare il governo del Cairo sono i ministri del Turismo Hesham Zazou, dell’Ambiente Khaled Fahmy, della Comunicazione Atef Helmy e degli Affari legali Hatem Begato.
Si aggrava, intanto, il bilancio degli scontri che si sono registrati in Egitto nelle ultime 24 ore. Sale infatti a 16 morti e 781 feriti il bilancio. Il ministero egiziano della Salute, in un comunicato firmato dal ministro, Mohamed Mustafa Hamed, spiega che le vittime si concentrano in 17 regioni del paese. Secondo fonti della sicurezza, il bilancio piu’ grave e’ quello del Cairo, dove tra ieri e oggi sono morte otto persone e almeno 45 sono rimaste ferite in scontri di fronte al quartier generale dei Fratelli
Da piazza Tahrir inoltre arrivano nuove denunce di aggressioni sessuali. Il gruppo Operazione contro le molestie sessuali (OpAntiSH), creato da organizzazioni egiziane per i diritti umani e da singoli attivisti, ha raccolto informazioni su 46 casi di aggressioni sessuali nella zona della piazza simbolo della protesta, durante le proteste contro il presidente Morsi. ”C’erano uomini armati di manganelli all’ingresso della metropolitana di fronte al Kfc di piazza Tahrir che attaccavano le donne”, ha denunciato il gruppo, secondo quanto si legge sul giornale Ahram Online.
Ieri OpAntiSH, insieme al movimento Tahrir Bodyguard, ha invitato le donne a lasciare piazza Tahrir per la notte. ”La zona non e’ sicura e il nostro invito e’ a lasciarla, se possibile”, ha scritto in un tweet il gruppo Tahrir Bodyguard. – Adnkronos/Aki/Ign