Una nuova candidatura del presidente Joseph Kabila, in violazione di norme costituzionali non modificabili, metterebbe a rischio la democrazia e la stabilità del Congo: è questa, nella sostanza, una delle preoccupazioni che attraversano un messaggio della Conferenza episcopale dal titolo “Proteggiamo la nazione”.
Nel testo, diffuso oggi a Kinshasa, si evidenziano “progressi realizzati nella lotta contro i gruppi armati” nell’est del paese e si ricordano le sofferenze di migliaia di concittadini espulsi nei mesi scorsi da Brazzaville.
Nella parte centrale del messaggio, però, si sottolinea l’esigenza di elezioni “libere, credibili e trasparenti”. I vescovi ribadiscono l’opposizione a un sistema di voto indiretto per la scelta degli amministratori provinciali e locali. Poi affrontano il nodo del progetto di riforma della Costituzione approvato il mese scorso dal governo di Kabila. Nel messaggio si evidenzia che, ai sensi dell’articolo 220 della Carta fondamentale, le norme relative al numero e alla durata dei mandati del presidente “non possono essere oggetto di alcuna modifica”.
La richiesta dei vescovi è allora che tutti gli “attori politici” si rendano conto che queste disposizioni, come quelle relative al suffragio universale, al pluralismo politico, alla forma rappresentativa del governo e all’indipendenza del potere giudiziario, sono “frutto di un ampio consenso teso ad assicurare la stabilità del paese”.
Kabila ha assunto la guida dello Stato nel 2001, succedendo al padre Laurent. È stato eletto nel 2006 e poi ancora nel 2011, nonostante denunce di irregolarità mosse sia dall’opposizione congolese che da parte della comunità internazionale. La Costituzione prevede un massimo di due mandati alla guida dello Stato, di durata quinquennale. Le prossime elezioni presidenziali dovrebbero tenersi nel 2016. – Misna