01/10/14 – Gambia – Popolazione alla fame, e sarà vietato importare riso

di AFRICA

 

Un terzo della popolazione, circa 600.000 gambiani, si trova in situazione di insicurezza alimentare e di questi 200.000 hanno bisogno di aiuti urgenti. A lanciare l’allarme fame per il piccolo paese dell’Africa occidentale, sono i donatori internazionali al termine di una riunione tenuta a Dakar, capitale del vicino Senegal. All’incontro hanno partecipato ministri del governo del contestato presidente Yahya Jammeh, al potere da 21 anni, organizzazioni umanitarie e partner stranieri.

“La situazione è molto preoccupante nelle zone rurali, soprattutto per donne e bambini. Siamo una piccola nazione incastonata nel Senegal, ma anche se abbiamo bisogno di aiuti nessuno ci guarda” ha dichiarato Omar Sey, ministro gambiano della Sanità.

“Già nel 2013 gli aiuti ricevuti coprivano soltanto il 2% dei sostegni richiesti. E’ un paese molto piccolo quindi molto facile da dimenticare. Ora servono 18 milioni di dollari per far fronte alla crisi alimentare. Speriamo in una maggiore solidarietà anche se ci sono tante altre crisi ovunque: ebola, Sud Sudan e Centrafrica” ha sottolineato il coordinatore regionale degli aiuti umanitari delle Nazioni Uniti nel Sahel, Robert Piper, precisando che il Gambia è “ancora fortemente dipendenti dagli aiuti esterni”. Per di più piogge tardive ed aiuti insufficienti non preannunciano certamente un buon raccolto.

Eppure pochi mesi fa il presidente Jammeh aveva annunciato, con tono quasi vittorioso, che il paese non importerà più riso a partire del 2016 grazie ai buoni risultati del suo programma di autosufficienza in questo settore. Per i partner internazionali una scelta molto rischiosa a causa dell’insufficienza di sementi, equipaggiamenti agricoli e manodopera. Inoltre nell’ultimo periodo una specie particolare di uccelli sta devastando molti campi di cereali. In caso di produzione insufficiente, sia come quantità che come qualità, e in assenza di importazioni di riso, la popolazione povera dovrà far fronte a un’impennata dei prezzi del cibo sul mercato locale. – Misna

 

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