01/10/14 – Zambia – Accusata di evasione, multinazionale minaccia chiusura

di AFRICA

 

“La chiusura delle miniere di rame è qualcosa di cui si sente parlare, è nell’aria; nonostante il lavoro prosegua c’è molta incertezza”. Così monsignor Alexander Ngosa, vicario generale della diocesi di Ndola, in Zambia, commenta con la MISNA l’annuncio che la multinazionale Glencore potrebbe bloccare alcune delle sue attività nel paese per una disputa su questioni fiscali con il governo.

Gli impianti gestiti da Glencore attraverso la sua controllata Mopani, tra cui quello di Mufulire, si trovano nel territorio della diocesi, e un’eventuale chiusura, dice monsignor Ngosa, “avrebbe conseguenze molto gravi, perché la popolazione dipende dalle miniere per vivere”. Anche i commercianti locali, sottolinea il vicario, “se i minatori non verranno più pagati non avranno a chi vendere le loro merci”.

Nelle scorse ore Mopani aveva annunciato che avrebbe sospeso alcune attività, in attesa di ricevere 200 milioni di dollari in rimborsi fiscali che il governo aveva congelato a giugno. Secondo le autorità, che avevano bloccato in totale fondi per 600 milioni di dollari, Mopani e altre compagnie non avrebbero rispettato la normativa in vigore per quanto riguarda le tasse.

Tra i progetti che secondo l’amministratore delegato di Mopani, Danny Gallows, potrebbero essere “rallentati” in assenza del rimborso, ci sono anche i nuovi pozzi della miniera di Mufulira: questi potrebbero allungare di 30 anni la ‘vita’ dell’impianto.

Monsignor Ngosa spera che non si arrivi alla decisione di chiudere. “La Chiesa – spiega – non avrebbe le risorse per assistere tutti quelli destinati a rimanere senza lavoro”: dipendenti di Mopani e di alcune sussidiarie, originari dell’area ma anche del vicino Sudafrica. Quel che la diocesi può fare, spiega, “è impegnarsi a difendere gli interessi” dei lavoratori, discutendo “con tutte le parti coinvolte”. – Misna

 

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