Decine di persone, tra civili e militari, sarebbero stati arrestati e interrogati nelle ultime ore in merito al tentato golpe messo a segno martedì in Gambia, mentre il presidente Yahya Jammeh, al potere da un ventennio, si trovava a Dubai.
Secondo le autorità gambiane, ingenti quantità di armi e di esplosivi sono state rinvenute a bordo di un container.
Il capo dello Stato, tornato a Banjul, ha dal canto suo smentito che si sia trattato di un tentativo di golpe, ma bensì di un non meglio precisato attacco condotto da un gruppo terroristico sostenuto da “potenze straniere”.
In un discorso alla nazione, Jammeh ha sostenuto che l’azione è stata l’opera di “dissidenti basati negli Stati Uniti, in Germania e nel Regno Unito” e che nessun esponente delle forze armate ha preso parte all’attacco.
Alcune fonti giornalistiche riferiscono invece che alcuni “ufficiali” gambiani si sarebbero rifugiati in Guinea Bissau.
“Nessuno può prendere questo posto con la forza” aveva detto in precedenza Jammeh, l’uomo che guida il paese con pugno di ferro fin dal suo arrivo al potere con un colpo di Stato nel 1994 contro il primo presidente del Gambia indipendente, Dawda Jawara. – Atlasweb