Nuove tensioni tra l’Africa e la Corte penale Internazionale (Cpi) dell’Aia dopo che il governo di Pretoria, questa settimana, ha formulato una proposta per la creazione di una Corte Africana, incaricata di giudicare e sanzionare le violazioni gravi commesse sul continente.
Il vicepresidente sudafricano, Kgalema Motlanthe ha dichiarato che tale organismo “è un’istanza giuridica indispensabile, e necessaria a coadiuvare la Corte africana per i diritti dell’uomo”.
In un discorso pronunciato davanti al parlamento, il vicepresidente ha aggiunto che “l’Africa deve avere la propria Corte di giustizia, investita di competenza universale sui tre principali crimini internazionali: genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità”.
Due giorni fa, i giudici dell’Aia hanno fissato per il prossimo 7 ottobre l’apertura del processo al presidente kenyano Uhuru Kenyatta, accusato di crimini contro l’umanità nelle violenze post-elettorali del 2008. Il processo, che avrebbe dovuto aprirsi a marzo 2013, è stato rinviato per mancanza di testimoni. Un problema che sta ritardando anche il procedimento in corso nei confronti del suo vice, William Ruto, alla sbarra per gli stessi capi di imputazione.
Le tensioni tra la Cpi e il continente avevano raggiunto l’apice nel novembre scorso quando l’assemblea annuale dei paesi membri ha assistito ad una feroce invettiva dei delegati keniani che hanno accusato il tribunale di “ingerenza negli affari interni del paese”.
Stesse accuse erano state mosse nel corso del vertice straordinario dei capi di Stato e di governo africani convocato ad Addis Abeba nell’ottobre scorso proprio per valutare i rapporti tra l’organismo continentale e la Corte penale internazionale (Cpi). In quella sede l’istituzione giudiziaria era stata accusata di “pregiudizio razziale” per aver incolpato finora una trentina di personalità, tutte africane.
Il processo a Kenyatta segna però solo l’ultimo nodo in un dissidio annoso: la “fronda” contro la Cpi risale al 2009, anno del mandato di cattura a carico del presidente sudanese Omar Hassan al Beshir. Le tensioni sono tornate a crescere a seguito del trasferimento all’Aia dell’ex-presidente ivoriano Laurent Gbagbo nel novembre 2011. – Misna