Le autorità del governo egiziano hanno creato un comitato incaricato di redigere le raccomandazioni necessarie a garantire la creazione di un arbitrato internazionale per trovare una soluzione sulla crisi con l’Etiopia riguarda la costruzione da parte del governo di Addis Abeba di una diga sul Nilo Azzurro, che si ritiene possa avere conseguenze negative sulla portata d’acqua del fiume. Ethiopia’s Great Renaissance Dam is constructed in Guba Woreda
A segnalarlo è l’agenzia di stampa turca Anadolu, secondo la quale questa è la prima volta che l’Egitto fa esplicito riferimento ad una volontà di rivolgersi al diritto internazionale per risolvere lo stallo nelle trattative con l’Etiopia.
La notizia della creazione deel nuovo comitato è stata pubblicata nella gazzetta ufficiale egiziana e specifica che a comporla saranno sei membri, tra i quali un tecnico ciascuno dei ministeri degli Affari esteri, delle Risorse idriche e della Difesa. Gli altri tre membri del comitato saranno esperti in materia di diritto internazionale.
Diversi incontri tra i due paesi si sono già svolti nei mesi scorsi, sia a livello ministeriale che a livello presidenziale, ma tutti sono terminati con le parti che rimanevano sulle rispettive posizioni.
A separare Etiopia ed Egitto è in particolare la decisione su quale accordo internazionale dev’essere preso in considerazione riguardo la suddivisione delle quote d’acque spettanti a ciascun paese del bacino del Nilo.
L’Egitto fa infatti riferimento ad un accordo siglato nel 1959 con il Sudan che assegna al Cairo più dei due terzi dell’intera portata d’acqua del Nilo. Addis Abeba ribadisce invece come punto di partenza l’accordo siglato ad Entebbe nel 2011 con Kenya, Uganda, Rwanda, Tanzania e Burundi – ma duramente respinto da Egitto e Sudan – che rivede le quote in modo maggiormente favorevole ai paesi presenti nel corso inferiore del fiume. * Michele Vollaro – Atlasweb