02/04/14 – Kenya – Uccisione imam radicale, pattuglie e tensione a Mombasa

di AFRICA

 

Squadre della polizia stanno pattugliando le strade di Mombasa, all’indomani dell’omicidio dell’imam radicale Abubaker Shariff Ahmed “Makaburi”, ucciso da un gruppo di uomini armati non identificati e sepolto oggi tra una folla imponente di persone venute a rendergli l’estremo saluto. La situazione, nella seconda città del paese a maggioranza musulmana, è estremamente tesa e le forze dell’ordine temono che la rabbia e il malcontento possano sfociare in disordini di piazza.

Makaburi è il terzo imam della moschea Musa – considerata l’epicentro dell’Islam radicale in Kenya – ucciso in circostanze misteriose, dalle modalità in tutto simili ad esecuzioni mirate, di cui i loro seguaci incolpano la polizia e le forze di intelligence.

Appelli alla calma e alla distensione, sono stati diffusi per tutte la notte dagli altoparlanti della Moschea Musa e dalle emittenti radiofoniche locali, mentre presidi di forze dell’ordine sono stati dispiegato nei pressi di obiettivi ‘sensibili’ come chiese e commissariati.

Cinquant’anni, e dal 2012 sotto sanzioni Onui per legami “comprovati” con esponenti di Al Shabaab, l’insurrezione di matrice islamista presente in Somalia, Makaburi ha sempre negato le accuse di reclutare giovani musulmani da utilizzare per attività terroristiche in Kenya.

All’indomani dell’attacco al Westgate Mall di Nairobi, lo scorso settembre, l’imam aveva definito “giustificata al 100%” l’azione, rivendicata dal Al Shabaab , in cui sono morte almeno 67 persone.

L’uccisione di Makaburi si inserisce in un contesto delicato per il paese, traumatizzato dall’attacco al Westgate e dal recente assalto contro una chiesa evangelica a Mombasa in cui i fedeli erano riuniti in preghiera. La scorsa settimana, inoltre, il governo di Nairobi ha ordinato il rientro nei campi di tutti i rifugiati somali presenti nel paese. L’accusa, più o meno velata, nei loro confronti, è di aver fornito supporto logistico agli attentatori venuti dalla vicina Somalia. Una misura drastica e molto controversa, con cui le autorità sperano di mettersi al sicuro da nuovi attentati. – Misna

 

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