Un tentativo di condizionare i negoziati in corso a Kampala, in Uganda, tra il governo di Kinshasa e la dirigenza del movimento ribelle M23. Così può essere interpretata – spiega una nota inviata a Fides dalla Rete Pace per il Congo – la ripresa delle ostilità da parte dei ribelli, alla vigilia del dispiegamento della brigata d’intervento della Missione dell’ONU per la stabilizzazione della Repubblica Democratica del Congo (Monusco), che ha il compito di disarmare i vari gruppi armati ancora attivi nel Nord Kivu. Il documento spiega che lo stallo registrato a metà maggio dai negoziati non aveva provocato scontri significativi tra l’esercito congolese e l’M23, “anche se il livello di insicurezza rimaneva alto”. “La situazione – ricorda la nota – è radicalmente cambiata il 20 maggio, quando l’M23 ha ripreso le ostilità”. Tra i possibili obiettivi sono indicati la volontà di “ostacolare l’imminente dispiegamento della brigata d’intervento della Monusco, e “costringere il governo congolese a riprendere i negoziati di Kampala, in condizione di debolezza”. L’M23, secondo la Rete Pace per il Congo, può sfidare apertamente l’Onu perché dispone di appoggi nella regione. Se si vuole veramente porre fine all’instabilità del Nord Kivu, afferma la nota, occorre che la Monusco e l’esercito congolese collaborino effettivamente per disarmare e smobilitare i diversi gruppi armati presenti nella regione. Il governatore della provincia, Julien Paluku, nel suo discorso in occasione della visita a fine aprile dell’Inviato speciale delle Nazioni Unite per la regione dei Grandi Laghi, Mary Robinson, ha affermato che “attualmente, la provincia del Nord Kivu deve far fronte a due grandi minacce”. La prima è quella “delle forze negative straniere, tra cui le FDLR (arrivate dal Ruanda nel 1994) e l’ADF-NALU (giunte dall’Uganda nel 1986). Questi gruppi armati – ha ricordato Paluku – continuano a commettere saccheggi, stupri e massacri”. C’è poi “la minaccia dei gruppi armati locali, tra cui l’M23 e più di 15 altri gruppi in armi, noti come Mai-Mai, tra questi l’M23 è la minaccia maggiore”, ha concluso il governatore. (D.M.) – Radio Vaticana