02/07/13 – Costa d’Avorio – Attacchi e racket, la sfida del disarmo ex-combattenti

di AFRICA

Un gendarme è rimasto ucciso e due persone, fra cui un civile, sono state ferite nell’attacco a un convoglio ufficiale di una missione dell’Autorità per il disarmo, la smobilitazione e il reinserimento (Addr): lo ha riferito il sito d’informazione ‘Abidjan.net’, precisando che l’aggressione si è verificata tra le città di Ferkessédougou e Kong, al nord del paese. Fonti di sicurezza locale hanno attribuito la responsabilità dell’assalto a banditi di strada, chiamati ‘coupeurs de route’, che imperversano nell’instabile regione. E’ invece uscito indenne il coordinatore del programma di reinserimento degli ex-combattenti, Fidèle Sarassoro, in missione nella zona. Nelle stesse ore un commissariato della cittadina di Tengréla, situata ancora più a nord, al confine col Mali, è stato assalito da non meglio identificati uomini armati.

I due fatti violenti si verificano alla vigilia di una visita ufficiale nel nord del presidente Alassane Dramane Ouattara. La regione settentrionale della Costa d’Avorio è stata teatro di una grave crisi politico militare tra il 2002 e il 2007, anni in cui è stata occupata dalla ribellione delle Forze Nuove (Fn) in lotta contro l’ex presidente Laurent Gbagbo, e che hanno sostenuto Ouattara durante il braccio di ferro elettorale del 2011.

Nel condannare i due episodi, la locale missione Onu (Onuci) ha chiesto alle autorità di Abidjan di fare luce sull’identità degli assalitori e di consegnarli alla giustizia. Negli ultimi mesi la sfida del disarmo degli ex-combattenti, in tutto circa 65.000 uomini, è tornata alla ribalta della cronaca. Tra aprile e giugno centinaia di loro hanno protestato a Bouaké (centro) e a Man (ovest), esprimendo rabbia e impazienza per la lentezza nell’attuazione del programma, lanciato lo scorso anno. Il governo si è impegnato a reinserire in strutture militari e paramilitari 35.000 ex-combattenti entro il 2013 e altri 30.000 l’anno prossimo.

Fonti della società civile hanno denunciato che per sopravvivere decine di ex-combattenti si sono trasformati in banditi di strada attivi lungo le principali strade. A due anni dalla conclusione dell’ultima crisi, il paese del cacao è ostaggio di “racket su vasta scala” come documentato dal rapporto diffuso dall’ong Human Rights Watch (Hrw), che accusa le forze di sicurezza di mantenere blocchi stradali illegali, costringendo i civili a pagare somme di denaro. Sulla carta i blocchi stradali dovrebbero consentire di lottare all’insicurezza, in particolare nelle regioni più instabili del nord e dell’ovest, ma di fatto “sono diventati un’impresa redditizia e criminale gestita da militari e gendarmi” sottolinea il documento, denunciando “violenze ai danni dei civili che si rifiutano di pagare” e “ulteriore impoverimento della popolazione”. In risposta al rapporto, il ministro della Giustizia Mamadou Gnénéma Coulibaly, ha assicurato che “il governo rafforzerà la lotta al racket con sanzioni esemplari per porre fine a pratiche decennali”. – Misna

 

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