Piazza Tahrir gremita per un’altra protesta di massa, mentre il presidente egiziano si ritrova sempre più isolato. L’opposizione immagina già il dopo Morsi: il fronte 30 giugno ha eletto Mohamed El Baradei come rappresentante incaricato della transizione politica. Il governo scricchiola, cinque ministri, tra cui quello degli Esteri, si sono dimessi.
“Le dimissioni hanno reso felici le persone che manifestano a piazza Tahrir. Questo è l’ultimo avvertimento a Morsi, ai suoi sostenitori e ai Fratelli Musulmani”, afferma una manifestante.
L’esercito – che ha fissato per mercoledì l’ultimatum al presidente Morsi – è intenzionato a sospendere la costituzione e a dissolvere il parlamento, dominato dai partiti islamici, se il presidente e l’opposizione non troveranno un accordo. Morsi ha intimato ai militari di non interferire nella vita politica del Paese.
“Anche se il movimento islamico usasse la forza come hanno annunciato alcuni suoi leader, questo non li manterrebbe al potere”, sostiene Hesham Mahran, analista politico. “L’unica soluzione è organizzare elezioni presidenziali anticipate”
Mohammed Shaikhibrahim, euronews: “Tutto indica che ci saranno rapidi sviluppi, che il sistema attuale sta cedendo dietro pressione delle proteste di strada degli egiziani, ma nonostante questo il regime è ancora in piedi” – Euronews