Giungono notizie contrastanti dal capoluogo nord-orientale di Kidal, dove gli occhi dei maliani e della comunità internazionale sono puntati sulle presidenziali del 28 luglio.
Alcune fonti di stampa hanno riferito che dalle prime ore del giorno combattenti tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla), insieme con esponenti dell’Alto consiglio per l’unità dell’Azawad (Hcua) e del Movimento islamico dell’Azawad (Mia), starebbero distruggendo una base dell’esercito regolare maliano a Kidal. “Hanno già strappato porte, finestre e tetti della struttura sotto gli occhi stupiti delle forze francesi e beninesi di stanza nel capoluogo che, però, non sono intervenute” avrebbero raccontato alcuni testimoni. Per diversi osservatori se la notizia dovesse essere confermata in via ufficiale, sarebbe da interpretare come “una grave minaccia al ritorno della pace e della sicurezza” da parte dell’Mnla e dei suoi alleati che controllano ancora Kidal e sembrano ostacolare il ritorno dei soldati regolari. La base presumibilmente attaccata, costruita nel 1997, si trova alle porte del capoluogo, nei pressi di un aerodromo; nella caserma di solito è di stanza lo stato maggiore della settima regione militare del Mali. L’ex campo militare, invece situato all’ingresso occidentale di Kidal, è attualmente occupato dall’Mnla che si rifiuta di accantonare i propri uomini fuori città.
E’ stata invece presentata come un passo avanti positivo verso la normalizzazione amministrativa di Kidal la recente visita del rappresentante speciale Onu e capo della Missione Onu per la stabilizzazione del Mali (Minusma), Bert Koenders, e dell’Alto rappresentante dell’Unione Africana, l’ex presidente burundese Pierre Buyoya. I due hanno incontrato il capo tradizionale di Kidal, Intalla Ag Attaher, rappresentanti dell’Mnla, dell’Hcua e della società civile. Al centro dei colloqui c’è stata l’attuazione degli accordi di pace di Ouagadougou, siglati il 18 giugno, e il dispiegamento in corso da ieri dei peacekeeper dell’Onu. Inoltre, è partito lo scorso fine settimana da Bakaribougou, nella regione di Koulikoro (ovest), il primo convoglio di aiuti umanitari destinato a Kidal, contenente essenzialmente cibo e beni di prima necessità.
Nonostante la situazione incerta a Kidal, da Bamako il governo di transizione ha confermato che le presidenziali in agenda si svolgeranno nella data prevista del 28 luglio. “Nonostante dubbi espressi da alcuni, il primo turno si terrà alla scadenza stabilita” ha dichiarato il ministro dell’Interno, il colonnello Moussa Sinko Coulibaly, al termine di un incontro con alcuni diplomatici e partner finanziari del Mali. La Corte costituzionale, che ha registrato 36 candidature, di cui quelle di quattro ex primi ministri e due donne, dovrà pronunciarsi sulla loro validità entro il 6 luglio. E’ in corso la distribuzione del certificato elettorale a più di 6,8 milioni di maliani, di cui decine di migliaia sono sfollati e rifugiati nei paesi vicini come conseguenza del conflitto dell’ultimo anno e mezzo nelle regioni settentrionali. – Misna