Le Nazioni Unite hanno annunciato la creazione di una zona di sicurezza attorno a Goma, capoluogo della provincia orientale congolese del Nord Kivu, dove martedì avevano lanciato un ultimatum ai gruppi ribelli, esortati a deporre le armi.
L’obiettivo dichiarato dei ‘caschi blu’ della missione Monusco è garantire la protezione di oltre un milione di civili, tra cui numerosi sfollati, nell’area di Goma e Saké, situata una ventina di chilometri più a nord. A fronte di una nuova offensiva contro l’esercito regolare lanciata il 14 luglio dalla principale formazione armata presente nella regione, il Movimento del 23 marzo (M23), la Monusco ha minacciato l’uso della forza: un monito, in realtà, che non sembra affatto preoccupare i ribelli.
Il portavoce della Monusco Martin Nesirky ha annunciato ieri in serata che le forze di mantenimento della pace dell’Onu, insieme alle forze di sicurezza congolesi, “continueranno a pattugliare l’area per assicurarsi che non circoli alcuna arma non autorizzata”. Allo stesso tempo, Nesirky ha precisato che, per il momento, “non si tratta di un’operazione offensiva” né di un’azione diretta verso uno specifico gruppo armato.
Secondo fonti diplomatiche, la mossa della Monusco è a puro scopo dissuasivo, poiché l’M23 non risulta presente all’interno della zona di sicurezza delimitata dai ‘caschi blu’. La necessità è tuttavia quella di tenere i combattenti a distanza da Goma, che erano riusciti ad occupare per alcuni giorni nel novembre scorso senza che la Monusco si attivasse per impedirlo. – Misna