Ha denunciato quelli che definisce piani per minare la nascita di uno stato federale in Somalia e ha annunciato di voler sviluppare il potenziale di risorse petrolifere nelle aree di confine in maniera autonoma il presidente della regione semi-autonoma del Puntland.puntlandfarole
In un’intervista alla Reuters, Abdirahman Mohamud Farole, presidente dal 2009 della regione semiautonoma nel nord della Somalia, ha detto che “Mogadiscio sta minacciando il concetto stesso di Stato federale. Vogliono ricreare un governo fortemente centralizzato come ai tempi di Siad Barre, dove Mogadiscio è il centro”.
Farole ha quindi detto di voler decidere in autonomia le modalità di sfruttamento delle risorse petrolifere che si ritiene si trovino nei suoi ‘confini’, evidenziando come la Costituzione attuale vieti a Mogadiscio la possibilità di garantire contratti petroliferi ad aziende straniere mentre si stanno ancora negoziando i termini che regoleranno la ripartizioni dei proventi del greggio con le varie regioni del paese.
Il presidente del Puntland ha quindi sottolineato che tutte le compagnie petrolifere che firmeranno un accordo con Mogadiscio saranno impossibilitate a lavorare in Puntland: “li feremeremo fisicamente” ha detto, senza fornire altri dettagli.
Il Puntland andrà al voto per le elezioni presidenziali il prossimo Gennaio.
E se in settimana il capo di Stato del Puntland è volato a Nairobi dove ha incontrato rappresentanti della comunità internazionale (dal viceministro degli Esteri italiano Lapo Pistelli, ai rappresentanti di Unione Europea e Stati Uniti per la Somalia, rispettivamente Michele Cervone e James McNulty), ieri è stato lo stesso presidente della Somalia a rivolgere al suo omologo del Puntland un appello distensivo.
In un’intervista televisiva, Hassan Sheikh Mohamud ha detto di voler intavolare colloqui con il governo del Puntland per mettere fine a “mesi di relazioni tese”. – Atlasweb