“Il ritorno a casa di Nelson Mandela è un invito alla speranza” dice alla MISNA padre Sebastian Roussow, parroco della chiesa di Regina Mundi, uno dei simboli della lotta all’apartheid nel sobborgo di Soweto. È felice, padre Sebastian, ma consapevole della fragilità estrema del primo presidente del Sudafrica democratico.
La notizia delle dimissioni dall’ospedale di Pretoria dove Mandela era stato ricoverato la notte dell’8 giugno a causa dell’acuirsi dei problemi legati a un’infezione polmonare è stata confermata dalla presidenza del Sudafrica. Le condizioni di Mandela, ormai novantacinquenne, sono state definite “critiche” e “a volte instabili”.
Padre Sebastian assicura che a Soweto, e in Sudafrica in genere, nessuno si fa illusioni. “Eppure – aggiunge – il fatto che si sia ritenuto possibile trasferire ‘Madiba’ dall’ospedale nella sua casa di Johannesburg, a più 50 chilometri di distanza, è un fatto incoraggiante”.
Quella tra Mandela e Regina Mundi, il più grande luogo di culto cattolico del Sudafrica, è una relazione speciale. Durante la presidenza di “Madiba”, tra il 1994 e il 1999, la chiesa fu dichiarata museo nazionale e il 30 novembre fu proclamato Regina Mundi Day. “Un omaggio – sottolinea padre Sebastian – al contributo che la chiesa seppe dare alla lotta contro il regime di apartheid, a partire dalle giornate di Soweto del 1976, quando i ragazzi vi si rifugiarono per sfuggire ai proiettili della polizia”. – Misna