Notizie di segno opposto giungono da Liberia e Guinea, due tra i Paesi maggiormente colpiti dall’epidemia di febbre emorragica Ebola che dal suo inizio ha causato rispettivamente 694 vittime e 1378 casi di contagio e 430 vittime e 648 casi di contagio.
In Liberia, nella capitale Monrovia, è stato rimosso lo stato di quarantena ordinato lo scorso 20 agosto dalle autorità governative contro l’intero quartiere di West Point, dopo che una folla aveva attaccato un locale adibito al trattamento e il contenimento della malattia.
La messa in quarantena dell’intero quartiere di West Point aveva dato il via a violenti scontri tra gli abitanti e le forze di sicurezza liberiane incaricate di verificarne l’efficacia, durante i quali è deceduto almeno un ragazzo di 16 anni colpito da colpi d’arma da fuoco presumibilmente sparati dalle forze di sicurezza.
La decisione di rimuovere la quarantena da West Point è stata presa sabato per evitare la stigmatizzazione di tutti gli abitanti del quartiere come potenziali portatori del virus, nonché per evitare che West Point si trasformasse di fatto in un ghetto e renderlo un focolaio di diffusione incontrollata della malattia. In ogni caso, hanno specificato le autorità, la rimozione della quarantena non significa che a West Point non siano presenti casi di contagio.
La notizia della rimozione della quarantena è stata accolta con grande gioia dai residenti, che hanno inscenato danze e celebrazioni nelle strade dopo il ritiro delle forze di sicurezza.
Violenti scontri, che hanno causato almeno 60 feriti la metà dei quali tra le forze di sicurezza, si sono invece verificati a N’Zerekore, la seconda più grande città della Guinea ed epicentro nazionale dell’epidemia, in seguito all’imposizione da venerdì di un coprifuoco notturno.
ebolaSecondo le ricostruzioni fornite dal prefetto cittadino, per le strade di N’Zerekore sono stati attaccati diversi veicoli appartenenti all’UNICEF e di medici dell’ospedale regionale, nonché alcune ambulanze.
Il coprifuoco è stato imposto dopo due giorni di manifestazioni da parte dei venditori del mercato cittadino all’aperto che protestavano contro l’invio mercoledì scorso di una squadra di operatori sanitari, la cui presenza non era stata preannunciata dalle istituzioni, per disinfestare la piazza del mercato.
In Nigeria, invece, la moglie del medico di Port Harcourt deceduto la scorsa settimana è stata confermata come un nuovo caso di contagio. Le autorità sanitarie hanno reso noto che nello stato meridionale di Rivers le persone messa in quarantena sono aumentate da 100 a 160, dopo aver meglio ricostruito i contatti avuti dal medico durante il periodo tra il contagio e il suo decesso.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO) ha diffuso venerdì scorso il suo primo rapporto sulla roadmap per contenere entro i prossimi 6-9 mesi la diffusione dell’epidemia, che per la sua realizzazione necessita di un maggiore e più consistente coinvolgimento finanziario internazionale. In questo primo rapporto, l’OMS evidenzia come il 40% di tutti i casi di contagio sono stati registrati nelle ultime tre settimane. – Atlasweb