I Fratelli Musulmani hanno annunciato che non riconoscono la bozza della nuova Costituzione approvata dall’Assemblea costituente e oggetto di un referendum popolare a gennaio prossimo. Il movimento ha denunciato “golpisti abusivi” che “stanno cercando di distorcere la legittima Carta costituzionale” adottata durante la presidenza del deposto Mohammed Morsi.
La nuova bozza – che sarà presentata oggi al presidente ad interim Adly Mansour – garantisce ampi poteri e privilegi ai militari, autori del colpo di stato contro Morsi, inclusa la previa approvazione del Consiglio supremo delle Forze armate per la scelta di un ministro della Difesa – il cui incarico durerà per due termini presidenziali – da nominare all’indomani della ratifica della Costituzione.
In base al testo, inoltre, si potranno continuare a perseguire i civili in tribunali militari – un provvedimento fortemente criticato dalle associazioni per i diritti umani. La Sharia (legge coranica) continua a figurare come base principale della legislazione ma i partiti politici basati sulla religione vengono banditi.
A differenza della Costituzione del 2012, la nuova bozza definisce “assoluta” e non più “protetta” la libertà di culto nel paese, ma di fatto la pratica delle cerimonie religiose rimane soggetta alle leggi di Stato.
In un cambio dell’ultima ora – scriva Al Masry al Youm – la nuova bozza non definisce più il calendario per le elezioni presidenziali e legislative, lasciando carta bianca a Mansour per convocare a sua scelta prima l’una, 30 giorni dopo l’approvazione della Costituzione, e poi l’altra, a distanza di sei mesi.
Ad una prima analisi fornita dalla stampa la mossa sembra volta a favorire la candidatura e l’elezione del nuovo ‘uomo forte’ del paese, il Generale Abdel Fattah al Sissi, che – nel caso in cui le elezioni presidenziali fossero convocate prima di quelle legislative – avrebbe modo di stringere alleanze con i partiti laici della retroguardia che non riuscirono ad affermarsi alle scorse parlamentari.
L’approvazione della bozza è stata accolta dal lancio dei lacrimogeni usati per disperdere i manifestanti che nelle ultime ore avevano cominciato ad assiepare piazza Tahrir al Cairo. Gli attivisti che protestano anche per la morte di uno studente di ingegneria, ucciso dalla polizia qualche giorno fa, sono arrivati allo scontro con le forze dell’ordine che bloccavano le vie di accesso alla piazza. In molti, dopo l’intervento dei blindati hanno trovato riparo nei pressi del Teatro dell’Opera. – Misna