È passata con 184 voti su 250 la mozione di sfiducia nei confronti del governo del primo ministro Abdifarah Shirdon, in carica da 15 mesi. In un’accesa seduta, svoltasi oggi a Mogadiscio, i parlamentari somali hanno votato in massa contro l’esecutivo del premier, da settimane in aperta rottura con il presidente Hassan Sheikh Mohamoud.
“I deputati non hanno voluto che mi esprimessi, nonostante la mia squadra fosse sotto il fuoco incrociato delle critiche e questo è inaccettabile” ha detto il primo ministro in una conferenza stampa pochi minuti prima del voto, aggiungendo che “anche un accusato ha il diritto di difendersi”.
Shirdon e il suo gabinetto continueranno a svolgere gli affari correnti fino alla nomina di un successore. La Costituzione somala non prevede tuttavia alcuna scadenza per l’assegnazione del nuovo incarico.
L’apertura formale della crisi di governo getta ombre pesanti sul processo di stabilizzazione della Somalia, che sta faticosamente cercando di uscire da un conflitto civile durato oltre 20 anni. Alla sua nomina, nel settembre 2012, il governo di Shirdon aveva concentrato su di sé le migliori speranze per la pace e una guida salda, di cui il paese è privo dalla caduta del presidente Siad Barre nel 1991.
Alla base dello scontro tra Mohamoud e Shirdon – riferisce la stampa somala – ci sarebbero accuse di corruzione e complesse questioni relative agli equilibri interclanici che da sempre frazionano il paese. – Misna