Oggi ricorre la Giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù: milioni di uomini, donne e bambini sono ancora vittime della tratta degli esseri umani, dello sfruttamento sessuale, del lavoro minorile, dei matrimoni forzati
Se si parla di schiavitù, in molti tendono a credere che tale piaga sia stata sconfitta. Purtoppo non è così, anzi. Ancora oggi sono 21 milioni le donne, gli uomini e i bambini ‘schiavi’ in tutto il mondo. Ci sono, infatti, forme contemporanee di schiavitù, come la tratta degli esseri umani, lo sfruttamento sessuale, le peggiori forme di lavoro minorile, i matrimoni combinati e il reclutamento forzato di bambini per l’impiego nei conflitti armati.
Per non dimenticare di combattere questa battaglia, le Nazioni Unite hanno istituito nel 1949 la giornata internazionale per l’abolizione della schiavitù che ricorre oggi. Il 2 dicembre, infatti, segna la data di adozione, da parte dell’Assemblea generale, della Convenzione delle Nazioni Unite per la repressione della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione (risoluzione 317 (IV) 2 dicembre 1949).
Nel 2007 l’ONU ha segnato il 200esimo anniversario della abolizione della tratta atlantica degli schiavi, ovvero il commercio di africani deportati e venduti in America come servi. Nel 2008 la Giornata Internazionale della Memoria delle vittime della schiavitù e della tratta atlantica degli schiavi è diventata una ricorrenza annuale.
Oggi si deve combattere per mettere fine alle nuove forme di schiavitù in modo che il sogno di Martin Luther King, che è morto a causa della sua lotta per la parità dei diritti di tutti gli uomini diventi realtà in tutto il mondo: “Io ho un sogno, che un giorno – disse King in un celebre discorso – che i figli di coloro che furono schiavi e i figli di coloro che possedettero schiavi potranno sedere insieme al tavolo della fratellanza”. Rainews