03/01/14 – Mauritania – Un tribunale speciale contro il reato di schiavitù

di AFRICA

 

Il governo della Mauritania ha annunciato la creazione di un tribunale speciale incaricato di perseguire i crimini della riduzione in schiavitù, una piaga tuttora molto diffusa nel paese. Lo ha annunciato il presidente Mohamed Ould Abdel Aziz, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa nazionale (Ani), nel discorso alla nazione pronunciato in occasione dell’inizio del nuovo anno.

In Mauritania, tra gli ultimi paesi al mondo ad abolire per legge la schiavitù nel 1981, il reato di riduzione in servitù è considerato ufficialmente un crimine dal 2012, che prevede fino a 10 anni di carcere.

Le associazioni per i diritti umani, molto attive nel tentativo di contrastare il fenomeno, hanno lamentato finora uno scarso interesse da parte delle autorità, che non hanno mai verificato, con indagini sul campo, la pervasività e diffusione della schiavitù.

A dicembre scorso, le Nazioni Unite hanno insignito del premio Onu per i diritti umani l’attivista anti-schiavitù Biram Dah Abeid, presidente dell’organizzazione ‘Initiative de résurgence du mouvement abolitionniste de Mauritanie (Ira), da anni in prima linea a favore dell’abolizione della schiavitù.

Nonostante le autorità di Nouakchott abbiano varato nel 2007 una legge che criminalizza la schiavitù, le stime più diffuse stabiliscono in 50.000 il numero di uomini, donne e bambini che vivono tutt’ora in stato di sottomissione forzata. Mentre gli schiavisti denunciati ottengono importanti sconti di pena e le forze dell’ordine spesso ostacolano l’abolizione effettiva, gli attivisti che denunciano il perdurare della pratica vengono invece criminalizzati. – Misna

 

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