Quattro personalità burkinabé hanno costituito un gruppo di facilitazione e di mediazione per tentare di risolvere la crisi politica scaturita dalla possibile modifica dell’articolo 37 della Costituzione sul limite dei mandati presidenziali e dalla spaccatura interna al partito al potere.
A condurre la mediazione sono l’ex presidente Jean-Baptiste Ouédraogo, mons. Paul Y. Ouédraogo, arcivescovo di Bobo Dioulasso, il pastore Samuel B. Yaméogo, presidente della Federazione delle chiese e missioni evangeliche, e El Hadj Mama Sanou, presidente della comunità musulmana di Bobo Dioulasso.
I quattro temono una “esplosione sociale” e una “spaccatura violenta” se la questione del dopo 2015 non verrà trattata con delicatezza nell’ambito di una formula democratica.
Il gruppo prevede incontri con gli attori chiave della scena politica, da cui nasceranno proposte consensuali.
Ai primi di gennaio il presidente Blaise Compaoré aveva fatto capire il suo interesse per una modifica dell’articolo 37 per potersi candidare nel 2015, e che potrebbe usare lo strumento del referendum, un voto che l’opposizione teme possa essere manipolato.
Compaoré è de facto alla guida del Burkina Faso dal 1987, prima come presidente del Fronte popolare del Burkina Faso in seguito all’assassinio di Thomas Sankara – nel quale è stato coinvolto – poi eletto alla presidenza nel 1991, 1998, 2005 e 2010.
Nei giorni scorsi alti esponenti del suo partito, il Congresso per la democrazia e il progresso (Cdp), sono entrati in dissidenza e hanno creato un nuovo partito, il “Movimento del popolo per il progresso” (Mpp). * Celine Camoin – Atlasweb