03/08/14 – Niger – Paese in via di sviluppo numero 187, quando gli ultimi contano

di AFRICA

 

La Guinea- Bissau, il Mozambico, la Guinea, il Burundi, il Burkina Faso, l’Eritrea, la Sierra Leone, il Tchad, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica Democratica del Congo, il Niger. Classificato col numero 187 solo perché è terminata la lista dei paesi con statistiche affidabili. L’ultimo dell’elenco dei paesi a debole sviluppo umano. L’anno scorso il Niger indossava il numero 186. Il recente rapporto sullo sviluppo umano tiene conto di vari fattori. L’uguaglianza tra i redditi e la percentuale del bilancio dello Stato devoluta all’educazione. L’equilibrio di genere e le spese per la sanità. La speranza di vita e l’andamento demografico. Indici e coefficienti si sommano e soprattutto si dividono. Il Niger, tra i produttori di uranio, nuovo arrivato tra gli eletti dell’OPEC, ricco di oro e altri minerali, è il primo del conto alla rovescia.

Il Senegal, l’Uganda, il Benin, il Sudan, il Togo, Haiti, l’Afghanistan, Gibuti, la Costa d’Avorio, il Gambia, l’Etiopia, il Malawi, la Liberia e il Mali dell’operazione Serval ribattezzata Barkhane. Sono immediatamente

Stamane sono passate due signore della Repubblica Democratica del Congo. Un camerunese finto e un congolese contraffatto dal viaggio. James, Ezekiel, Charles, Lawrence, Johnson, Clinton, Francis, Eric, Augustin e Kelvis dalla Liberia che combatte l’Ebola fermando le frontiere. Abubakar, Alain e suo fratello minore, Ranelle, Daniel, Mamadu, Anne Marie, Sara, tornano in Costa d’Avorio. Erano partiti per scappare dalla lista dove li avevano collocati le istituzioni. Camara, Keita, Traoré, fanno la via a ritroso degli ultimi della Guinea.

La Norvegia, l’Australia, la Svizzera dai conti in banca neutrali, l’Olanda che commercia con tutto quanto ha un prezzo, gli Stati Uniti che governano il mondo degli affari e delle armi, le due cose vanno assieme, come il commercio e le cannoniere, la Germania che vince i mondiali e traina l’economia dei forti,  la Nuova Zelanda, l’Islanda, Singapore dal sapore esotico di tigre,  il Regno Unito che confezionò l’impero dove il sole non tramontava mai, il Canada, Hong Kong, la Corea del Sud che fa frontiera militarizzata con l’altra, la Danimarca, l’Irlanda e la Svezia. Sono i primi della lista nel rapporto delle Nazioni Unite con l’alto sviluppo umano. E sono tra le destinazioni di coloro che stanno nell’altra lista. Quella che comincia dagli ultimi che stanno tra i bassifondi degli imperi.

Il Giappone, il Liechenstein, Israele dal muro e la guerra protettiva, la Francia che perpetua la colonizzazione con altri mezzi, l’Austria dove tutto è pulito, il Belgio che aveva dato il suo nome al Congo, il Lussemburgo tra i paradisi fiscali, la Finlandia, la Slovenia e l’Italia che precede di un soffio la Spagna. Paesi ad alto sviluppo umano stabili sulla lista appena pubblicata. Mete ambite da coloro che nella classifica stanno dopo. Barche, canotti, zattere, viaggi improbabili di aggiramento, e umani traffici. La direzione si sviluppa a senso unico poco alternato. Al Sud vanno i turisti o al massimo i missionari dissidenti. Per buona parte sono stati coloniali che hanno scavato le frontiere. Inventate e disegnate per limitare il potere degli altri. Per governare bisogna dividere e anche di più. La politica delle armi e le armi della politica. Sarebbe difficile fare i primi senza gli ultimi.

Il 187 del Niger. Un numero qualunque di una lista sfornata per la circostanza. Classifiche che poco dicono del quotidiano e del reale. La gente attorno ancora lo sa o forse non si rende conto. Il paese più povero del mondo esporta ciò che arrichisce altri. Che permette agli operatori umanitari di farsi strada. Apre il cammino a donazioni, progetti, beneficenze, piani di investimento e dà garanzie di stabilità. Buon ultimo il Niger. Terra di passaggio per il migranti, i contrabbandieri e gli umanitari il Niger. Le carestie o allora le inondazioni oppure le visite guidate ai cantieri mai conclusi il Niger. La prima dama che visita i poveri ed è paragonata a Madre Teresa di Calcutta. Centottantasettesimo posto della lista lasciata incompleta nel Niger. Fortuna che alcuni paesi sono fuori concorso, La Somalia, la Corea del Nord, San Marino e il Principato di Monaco dove si corre il Gran Premio. *Mauro Armanino   – Il Fatto quotidiano

 

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