03/10/14 – Madagascar – Traffico di donne in Cina, inchiesta in corso

di AFRICA

 

Otto agenti di polizia cinesi sono attesi ad Antananarivo per collaborare con le forze di sicurezza locali nell’ambito di un’inchiesta su un presunto traffico di donne malgasce nel paese asiatico. Lo ha riferito il quotidiano locale Madagascar Tribune, precisando che si tratta di una “nuova destinazione” dopo che siano già state individuate con certezza reti di trafficanti tra l’isola, il Libano, l’Arabia Saudita e il Qatar.

In base alle prime informazioni rilanciate dalla stampa, l’indagine è stata aperta in seguito alla denuncia sporta da una donna vittima del traffico in Cina riuscita a fuggire, ma anche sulla base della testimonianza di una malgascia tornata in patria. Entrambe hanno raccontato di essere partite in Cina con la garanzia di avere un posto di lavoro come cameriera o commessa, ma una volta arrivate a Pechino sarebbero state private del proprio passaporto e “vendute con la forza a uomini cinesi” per circa 7000 euro.

La presidente del principale sindacato dei lavoratori nella grande isola africana dell’Oceano Indiano, Nototiana Jeannoda, ha confermato di aver ricevuto un “grido d’allarme” e una “richiesta di aiuto” da parte di una malgascia ancora bloccata in Cina. Per ora non è chiara l’entità del traffico che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere gestito da due donne malgasce.

Un recente rapporto sulla tratta degli esseri umani stilato dal dipartimento di Stato americano ha confermato che il Madagascar continua ad essere un paese coinvolto, in particolare “donne e bambini, soggetti più vulnerabili, venduti e costretti al lavoro forzato o al traffico sessuale”. L’ambasciata americana ad Antananarivo ha sbloccato un fondo di 462.000 dollari per sostenere governo e società civile nella lotta al traffico e per fornire aiuti alle vittime. L’attuazione di questo programma è stata affidata all’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim/Iom). – Misna

 

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