Dopo giorni di silenzio e notizie incerte, la missione delle Nazioni Unite in Congo (Monusco) ha confermato la presenza di soldati burundesi a Kiliba, nella provincia del Sud Kivu. Un dispiegamento di uomini armati con divisa burundese finora negato sia dalle autorità di Bujumbura che da quelle di Kinshasa. In un primo momento l’informazione è stata respinta anche dalla Monusco, poi tornata sulle precedenti dichiarazioni rilasciate ai media.
“Un distaccamento dell’esercito burundese è collocato a Kiliba, nella regione d’Uvira” ha detto il generale Abdallah Wafi, vice rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu in Repubblica democratica del Congo, precisando che “in realtà non si tratta di una presenza nuova nella regione”. Sempre secondo la stessa fonte, “da più di un anno i soldati di Bujumbura sono impegnati in preparativi per un’operazione congiunta con l’esercito congolese (Fardc) contro i ribelli burundesi delle Forze nazionali di liberazione (Fnl), localizzati nella pianura della regione di Uvira”.
Ma, al di là delle dichiarazioni ufficiali, la presenza di soldati burundesi in territorio congolese continua a suscitare interrogativi e critiche, in particolare sull’assenza di informazioni in merito a un presunto accordo militare segreto tra le due capitali dei paesi dei Grandi Laghi ma anche per la “lentezza” nell’avvio delle operazioni. A destare particolare sospetto, il fatto che le Fnl si trovino nella pianura della regione di Uvira mentre i militari di Bujumbura sono di stanza nel Ruzizi. Inoltre da mesi le stesse Fardc e i caschi blu hanno un accesso limitato al settore di Kiliba, dove si trova il quartier generale ‘ufficioso’ dell’esercito burundese in una zona strategica, a due passi dal poroso confine.
Oltre ai ribelli burundesi, l’est del Congo, sia la provincia del Sud che del Nord Kivu, è un annoso rifugio per la ribellione ugandese delle Adf-Nalu e i ruandesi delle Fdlr. – Misna
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