Le parti in lotta in Sud Sudan avrebbero raggiunto un accordo di massima sulla mediazione proposta dall’Autorità inter-governamentale per lo sviluppo (IGAD) per la creazione di un governo federale d’unità nazionale e concludere in questo modo il conflitto armato cominciato lo scorso dicembre tra il presidente sud-sudanese Salva Kiir e i ribelli raccoltisi intorno alla figura dell’ex vice-presidente Riek Machar.
A segnalarlo è stato il quotidiano ‘Sudan Tribune’ citando le dichiarazioni di alcuni esponenti della delegazione governativa di Juba ai colloqui in corso ad Addis Abeba.
Secondo quel che hanno riferito i mediatori dell’IGAD, le parti si sarebbero sostanzialmente già accordate sulle strutture e le funzioni di un governo di transizione d’unità nazionale.
Tuttavia, hanno specificato i mediatori, benché entrambe le parti si siano dette d’accordo “in principio” sulla prossima istituzione di un sistema federale di governo in Sud Sudan, non è stato ancora raggiunto alcun accordo su quando introdurre nel Paese questa forma di governo.
Mentre i ribelli chiedono un’attuazione immediata della nuova forma di governo, Juba auspica un periodo di transizione di 30 mesi. Inoltre, secondo un rappresentante della delegazione governativa, i ribelli puntano al ridimensionamento dei poteri del presidente a favore della figura del primo ministro, mentre Juba intende preservare il regime presidenziale e sottoporre un eventuale cambiamento degli equilibri istituzionali “al voto popolare”.
Dopo nove mesi di violenze tra le truppe regolari e i combattenti di Machar – che hanno causato la morte di migliaia di persone oltre a una grave crisi umanitaria – l’IGAD è riuscita a far firmare ai contendenti diversi cessate il fuoco, ripetutamente e deliberatamente violati. Mai raggiunto finora un accordo politico per un’uscita negoziata dal conflitto e più volte rinviata la scadenza data alle parti per formare un governo di transizione inclusivo. – * Michele Vollaro – Atlasweb