Gli integralisti somali Shabaab hanno riportato il terrore nel cuore di Mogadiscio, con un attentato kamikaze contro un convoglio Onu, mentre continua in Nigeria lo spargimento si sangue che vede protagonisti i Boko Haram.
È di almeno quattro morti e una decina di feriti il bilancio dell’attentato suicida contro il convoglio Onu all’uscita dell’aeroporto di Mogadiscio. Secondo quanto riferito da fonti di polizia, il kamikaze si è infiltrato con un’auto imbottita di esplosivo tra il convoglio e la sua scorta, poi si è fatto esplodere. “Il boato è stato fortissimo – ha raccontato un testimone -. Tutta l’area è stata avvolta da una colonna di fumo. Non riuscivo nemmeno a vedere i morti e i feriti che giacevano a terra”. Tra le vittime non figurano dipendenti delle Nazioni Unite.
“Un attacco sacro”, contro “soldati somali” e “dipendenti stranieri delle Nazioni Unite”: così un portavoce dei miliziani integralisti somali Shabaab ha definito l’operazione suicida. L’area dell’aeroporto è strategica e fortificata: è lì che fanno base i 22 mila soldati della forza di pace dell’Unione africana impegnata nella lotta contro gli Shabaab. È poi la porta di accesso al quartiere delle ambasciate della capitale somala.
L’attentato di Mogadiscio arriva a 24 ore dal massacro nella cava a Koromey, nel nordest del Kenya al confine con la Somalia, e che ha provocato la morte di almeno 36 persone non musulmane. I miliziani somali Shabaab hanno rivendicato anche questa strage, sbandierando di avere ucciso dei “cristiani”.
Gli integralisti hanno agito di notte, sorprendendo i minatori nel sonno: hanno separato i musulmani dai non musulmani e allineato questi ultimi sul terreno per poi freddarli con un colpo di arma da fuoco alla testa. Un’esecuzione spietata, molto simile a quella compiuta solo una settimana fa, nella stessa zona di confine, la contea di Mandera, quando gli Shabaab hanno “giustiziato” 28 non musulmani che viaggiavano su un pullman, perché “non conoscevano il Corano”. Gli attacchi da parte dei miliziani somali in Kenya si sono intensificati dopo le sconfitte subite in Somalia, in particolare nel centro e nel sud del Paese.
La scia di sangue lasciata dalla ferocia degli Shabaab, si mescola a quella tracciata dai jihadisti di Boko Haram, spargendo terrore in tutta l’Africa sub-sahariana. Lunedì scorso, i miliziani hanno lanciato un assalto contro la città di Damaturu, nel nordest della Nigeria: il bilancio, reso noto oggi, è di oltre 150 morti, in gran parte civili e filogovernativi. Boko Haram avrebbe subito ingenti perdite, con oltre 40 morti tra le proprie file. – Swissinfo