Il consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione, promossa dagli Stati Uniti, che permetterà di imporre sanzioni mirate – blocco dei beni e divieto di viaggio – su singoli individui considerati responsabili di minare la stabilità del paese, commettere crimini o ostacolare l’arrivo di aiuti umanitari. Un comitato appositamente costituito dovrà stilare la lista di queste personalità.
Il paese, in preda da dicembre 2013 a un conflitto tra i sostenitori del presidente Salva Kiir e quelli del suo ex vice Riek Machar, non sarà invece sottoposto a embargo sulle armi, anche se un gruppo di esperti dovranno sorvegliarne i flussi. Fonti di stampa attribuiscono questo provvedimento più leggero alla preoccupazione – manifestata soprattutto dagli Stati Uniti – che un embargo colpisca solo il governo e non i ribelli.
Le sanzioni – previste inizialmente per un anno – sono state concepite dai promotori della mozione come uno strumento di pressione sulle parti nel momento in cui sono ripresi ad Addis Abeba i finora inefficaci negoziati di pace mediati dall’Igad (l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo, che riunisce sette paesi dell’area). Il nodo è quello della divisione dei poteri in un futuro governo provvisorio e secondo i mediatori dovrebbe essere risolto entro il 5 marzo.
L’ambasciatore sud sudanese presso le Nazioni Unite, Francis Deng, ha tuttavia sostenuto che prevedere delle sanzioni a negoziati ancora in corso potrebbe far fallire la già difficile trattativa. Deng ha dunque invitato il consiglio di sicurezza a non rendere effettive le sanzioni decise oggi. – Misna
04/03/2015 – Sud Sudan – L’Onu approva le sanzioni
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