L’Egitto “non consentirà la perdita di una sola goccia d’acqua” a causa della deviazione del corso del Nilo azzurro e del progetto della Diga del rinascimento in via di realizzazione in Etiopia: lo ha detto il presidente Mohammed Morsi durante una trasmissione della televisione di Stato egiziana.
L’argomento, che si inserisce in una più ampia e annosa controversia tra i paesi del bacino del Nilo, è al centro del dibattito nel paese da diverse settimane. Ad alimentare il confronto è stata alcuni giorni fa l’inaugurazione dei lavori per la deviazione delle acque del Nilo azzurro – uno dei due principali affluenti del fiume – da parte del governo di Addis Abeba.
“Se quella diga avrà un impatto sulla quantità d’acqua che riceviamo dalla nostra quota del Nilo, che è pari a 55 miliardi di metri cubi – ha aggiunto Morsi – allora dovremo considerare che si è superata una linea rossa, ed il nostro paese è pronto a combattere per l’acqua”.
Ad alimentare la frustrazione del governo del Cairo è stato il fatto che Addis Abeba abbia avviato i lavori prima ancora della presentazione del rapporto dei saggi nominati da Egitto, Sudan ed Etiopia sull’impatto del progetto nella ridistribuzione dell’acqua.
L’Egitto trae dal Nilo il 60% del suo fabbisogno d’acqua. Secondo le proiezioni, entro il 2050, per soddisfare le esigenze agricole e di una popolazione che avrà raggiunto quota 150 milioni di abitanti il paese necessiterà di altri 21 milioni di metri cubici di acqua all’anno.
In costruzione dal 2011, la Diga del rinascimento (o del millennio) costituirà con i suoi 5000 megawatt di potenza la più grande centrale idroelettrica d’Africa. L’appalto è stato assegnato in trattativa privata alla società italiana Salini Costruttori. L’impianto è in costruzione nella regione etiopica di Benishangul-Gumuz, al confine con il Sudan.
Negli anni scorsi le relazioni tra Il Cairo e Addis Abeba si erano deteriorate in seguito alla decisione di alcuni paesi del bacino del Nilo di chiedere la revisione degli accordi di epoca coloniale che attribuiscono all’Egitto circa il 90% dello sfruttamento delle acque del fiume e concedono al paese il diritto di veto su tutti i progetti ne rivedano i termini di utilizzo. I rapporti tra Il Cairo e Addis Abeba sono ripresi dopo la rivoluzione egiziana e il rovesciamento del presidente Hosni Mubarak. – Misna