Diversi ex-comandanti dei gruppi militanti operativi nella regione sud-orientale ricca di idrocarburi del Delta del Niger (la maggior parte dei quali erano organizzati sotto l’organizzazione ombrello del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger-MEND) hanno indirizzo una lettera aperta al presidente federale Goodluck Jonathan, evidenziando come le cause che avevano portato all’insorgenza nella regione dei gruppi militanti armati non siano state ancora risolte, con il rischio di una possibile ripresa degli attacchi contro le installazioni petrolifere.
La lettera, di cui danno notizia i media locali, evidenzia come a fine anno si concluderà il programma d’amnistia ai militanti della regione accordato nell’agosto 2009 dall’allora presidente Umaru Yar’Adua.
La notizia della possibilità di nuovi attacchi da parte degli ex-miliziani viene ampiamente ripresa oggi dai quotidiani nigeriani, che ricordano come il programma di amnistia offerto dal governo federale prevedesse tre diverse fasi, ciascuna delle quali comprendeva il disarmo e la reintegrazione sociale e lavorativa degli ex-combattenti.
“La terza fase del programma, che prevedeva la soluzione delle cause sociali, economiche ed ambientali che avevano innescato la militanza armata, non è mai realmente entrata in vigore – si legge nella lettera firmata dal Forum degli ex-militanti di Ebipa-Opre e dall’Associazione per la non-violenza nel Delta del Niger – La gente è ancora priva di acqua potabile, mancano le strutture per l’istruzione di base e quelle sanitarie. L’inquinamento causato dall’industria petrolifera continua e la disoccupazione giovanile non è diminuita”.
I gruppi firmatari della lettera hanno condannato il continuo aumento di episodi di violenza che si è registrato negli ultimi mesi nelle vie d’acqua tra i canali del delta del fiume Niger, ma hanno al tempo stesso lanciato l’allarme che tali episodi possano aumentare qualora non venga al più presto offerta una soluzione sociale ed economica agli abitanti della regione.
Oltre alla fine del programma di amnistia (che prevede, tra l’altro, sussidi economici per gli ex-militanti), diversi commentatori hanno ricordato l’appuntamento delle elezioni presidenziali previsto in Nigeria il prossimo febbraio, evidenziando come i gruppi di miliziani siano stati spesso legati a gruppi e personalità politiche e quindi le possibili violenze siano da collegare anche a lotte interne alle forze politiche locali e nazionali. * Michele Vollaro – Atlasweb