“È un passo avanti importante per porre fine alle discriminazioni di genere in Botswana” dice alla MISNA Priti Patel, vice-direttrice del Centro dell’Africa australe per la soluzione delle controversie (Salc).
La Corte d’appello di Gaborone ha dato ragione a tre sorelle che chiedevano di ereditare la casa di loro padre. Del caso, non solo in Botswana, si discute da almeno un anno. La sentenza è arrivata ieri, dopo che nell’ottobre scorso lo stesso tribunale aveva dichiarato incostituzionale una legge consuetudinaria che priva le donne del diritto all’eredità. Le tre sorelle, di età compresa tra i 60 e gli 80 anni, volevano divenire proprietarie di una casa dove aveva sempre vissuto e che avevano contribuito a restaurare e ammodernare. A contrastarle un nipote, che si appellava alle norme consuetudinarie della comunità Ngwaketse.
“I valori costituzionali dell’uguaglianza di fronte alla legge e la presenza crescente delle donne nella politica, nella sfera pubblica e alla guida delle famiglie – si legge nelle motivazioni della sentenza – dimostrano che non esiste una base giustificabile e razionale per aderire a norme di tempi andati quando queste norme sono in conflitto con il sistema di valori attuale”.
In Botswana, nel vicino Sudafrica e in tanti altri paesi dell’area sub-sahariana, le leggi consuetudinarie sono uno strumento giuridico riconosciuto dalla Costituzione; non di rado, però, queste norme entrano in conflitto con principi sanciti dalla Carta fondamentale. – Misna