Hanno 45 giorni di tempo per consegnare le armi gli insorti islamici di al Shabaab per poi essere reintegrati nella società. L’amnistia è stata proposta dalle autorità somale al termine di una riunione di sicurezza dell’esecutivo tenuta ieri a Mogadiscio. “Il governo creerà le migliori condizioni per consentire a chi rispetta la scadenza di costruirsi un futuro” ha annunciato Khalif Ahmed Ereg, ministro della Sicurezza, in un tentativo politico di “incoraggiare le defezioni”.
La mano tesa agli al Shabaab viene ricollegata da osservatori e media all’attuale “vulnerabilità” dei ribelli, appena colpiti da raid americani nei quali potrebbe aver perso la vita il loro leader Ahmed Abdi Godane. Non ci sono ancora conferme ufficiali sulla possibile morte del capo dell’insurrezione somala nei recenti bombardamenti sulla regione della Lower Shabelle.
Nei giorni scorsi, inoltre, i soldati somali e le truppe della missione dell’Unione Africana in Somalia (Amisom) sono riusciti a riprendere il controllo della località di Bulomarer, 160 km a sud-ovest di Mogadiscio, sempre nella Lower Shabelle. Tutt’ora in corso la nuova operazione di terra, denominata ‘Oceano Indiano’, per riprendere il controllo di porti e altri punti nevralgici ancora controllati dagli insorti islamici nel sud del paese. Il prossimo obiettivo strategico dell’esercito somalo e delle forze della missione Amisom è Barawe, grande e ultimo porto strategico nelle mani di al Shabaab, dal quale viene esportato carbone a destinazione dei paesi del Golfo, quindi importante fonte di reddito. – Misna
