04/10/13 – Egitto – Lacrimogeni e spari a marce pro-Morsi: almeno 4 morti

di AFRICA

 

Nuovi scontri in Egitto a seguito di una serie di marce organizzate dai sostenitori di Mohammed Morsi. Il bilancio della giornata, fornito dal ministero della Salute, è di almeno quattro morti nella capitale e 40 feriti in tutto il Paese.

La polizia egiziana anti-sommossa ha sparato gas lacrimogeni e isolato piazza Taharir, dove gran parte dei cortei della capitale si sono diretti, usando carri armati e filo spinato e deviando il traffico dall’area. La polizia ha usato lacrimogeni e sparato colpi di arma da fuoco in aria anche in altre aree della città. La folla di dimostranti ha circondato le forze di sicurezza e i soldati dell’esercito di guardia alla piazza, spingendo gli agenti a sparare lacrimogeni per mettere in fuga i manifestanti. “Abbasso gli assassini!”, cantava la folla, attaccando il ministro della Difesa e capo dell’esercito, il generale Abdel-Fatah el-Sissi.

Scontri si sono poi registrati in altre zone della capitale tra civili sostenitori dell’esercito e i seguaci dell’ex presidente. Un giornalista di Associated Press ha visto i manifestanti cacciati da altri egiziani armati con bastoni e bottiglie che li hanno inseguiti per le strade prima che le due parti iniziassero a tirarsi pietre a vicenda nei pressi del museo egizio, che si trova in una delle principali entrate di piazza Tahrir.

“Andremo a protestare e prenderemo più strade possibili”, ha detto Mohammed Said, 45 anni, durante un morte partito dal quartiere di Dokki. “Prenderemo Tahrir a ogni prezzo”, ha quindi aggiunto. Un’altra marcia è terminata nei pressi dell’edificio del ministero della Difesa, dove i contestatori hanno tirato pietre contro la polizia, e una seconda alla moschea Rabaa el-Adawiyah, nella zona est della capitale, dove un accampamento dei sostenitori di Morsi venne violentemente sgomberato il 14 agosto scorso. I soldati, sostenuti da veicoli armati, hanno aumentato le forze di sicurezza nei pressi dell’edificio religioso, dove i manifestanti hanno cantato slogan contro l’esercito. I dimostranti agitavano le quattro dita, simbolo delle loro campagne online e per le strade. Le manifestazioni dei Fratelli musulmani si stanno intensificando in questi giorni, in vista delle commemorazioni a ricordo dell’inizio della guerra dello Yom Kippur, del 6 ottobre 1973.

Ma non tutti la pensano come i sostenitori di Morsi. “I Fratelli musulmani non riusciranno a prender la piazza. Nessuno nel popolo è con loro. Spero che lo Stato applichi realmente lo stato di emergenza e metta fuori legge ogni tipo di protesta. In questo modo non possiamo vivere normalmente. È questa la strada verso la democrazia?”, ha affermato Ahmed Youssef, taxista di 59 anni. Le proteste non si sono tenute solo al Cairo, ma anche in altre città, dove sono scoppiati scontri simili. Nella provicna meridionale di Assiut, riferisce un funzionario, almeno 44 persone sono state arrestate. Fin dalla caduta di Morsi, quasi duemila membri dei Fratelli musulmani sono già stati arrestati e i leader del gruppo sono imputati per accuse come incitamento all’omicidio e alla violenza. Anche lo stesso Morsi è detenuto in una località segreta.

In un altro episodio di violenza, il portavoce del partito liberale egiziano al-Dustour, Khaled Dawoud, è stato attaccato da un gruppo di sostenitori di Morsi in marcia in una strada nei pressi piazza Tahrir. Gli assalitori lo hanno trascinato giù dall’auto, lo hanno picchiato e lo hanno accoltellato a un braccio, come ha raccontato lui stesso al sito governativo Al-Ahram. Il partito a cui appartiene è stato fondato da Mohamed ElBaradei, il quale ha commentato su Twitter che l’attacco riflette “l’avversità in cui viviamo”. Sempre oggi Ahmed Soubaei, portavoce del partito Libertà e giustizia, braccio politico dei Fratelli musulmani, è stato arrestato dopo che le autorità hanno perquisito la sua casa. – LaPresse/AP

 

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