Riesplode la tensione in Egitto alla vigilia delle celebrazioni, domenica 6 ottobre, dell’anniversario della “vittoria” dell’Egitto nella guerra del 1973. Quattro morti e una ventina di feriti al Cairo è il bilancio di un giornata segnata da scontri e violenze soprattutto nella capitale. Ne è rimasto vittima anche l’ex portavoce del Fronte di salvezza nazionale Khaled Daoud, all’opposizione all’epoca di Mohamed Morsi, che è stato accoltellato mentre passava accanto ad una manifestazione pro Fratelli musulmani.
In vista del 6 ottobre – una ricorrenza che quest’anno assume un significato particolare dopo la deposizione da parte dei militari del presidente Mohamed Morsi sull’onda di imponenti manifestazioni di piazza – i sostenitori dei Fratelli Musulmani hanno lanciato una grande mobilitazione per ripetere ancora una il loro sostegno alla legittimità del primo presidente eletto dalle fila della Confraternita e il loro no al “golpe militare”, che lo ha deposto il 3 luglio.
A partire dal primo pomeriggio, subito dopo la preghiera del venerdì, migliaia di sostenitori della Fratellanza sono scesi nelle strade del Cairo e di numerose città del paese dando una dimostrazione di forza decisamente maggiore nei numeri rispetto a recenti manifestazioni che, dopo le stragi di agosto nelle piazze pro-Morsi, avevano raccolto poche centinaia di persone. Gli scontri sono scoppiati in vari quartieri del Cairo, soprattutto in centro, quando varie marce di pro Morsi hanno tentato di avvicinarsi a piazza Tahrir, icona della rivoluzione che ha rovesciato l’ex rais Hosni Mubarak, e che dalle prime luci di oggi è stata blindata dai mezzi dell’esercito, che hanno impedito l’accesso anche ai pedoni.
Man mano che i manifestanti avanzavano verso la piazza le forze dell’ordine e i blindati dell’esercito, dispiegati in tutta la città, hanno risposto col lancio di lacrimogeni e sparando in aria. Le notizie si sono succedute in modo convulso.
Migliaia di persone si sono radunate anche nei pressi della moschea di Rabaa el Adaweya, diventata a sua volta simbolo della protesta islamica, mentre altri hanno tentato di avvicinarsi al palazzo presidenziale e al ministero della Difesa.
La coalizione per la legittimità, che raccoglie i movimenti islamici a sostegno di Morsi, ha chiamato a manifestare da oggi fino a domenica, giorno in cui anche il movimento dei Ribelli Tamarod, che convocò le oceaniche manifestazioni contro Morsi a fine giugno, ha scelto per fare scendere gli egiziani in piazza a sostegno delle forze armate.
La festa della “vittoria” – secondo l’interpretazione egiziana dell’esito della guerra del Kippur di 40 anni fa contro Israele – si preannuncia quindi carica di tensione. La piazza della rivoluzione resterà chiusa fino a lunedì. – Swissinfo