04/10/13 – Nigeria – Si torna a parlare di una conferenza nazionale

di AFRICA

 

Una decisione frutto di pressioni esercitate sul presidente da più parti, da Boko Haram ma anche da settori del suo stesso partito: politici e religiosi sentiti dalla MISNA definiscono in questi termini le misure adottate da Gooduck Jonathan in vista di una prossima “conferenza nazionale”.

La creazione di un comitato di 13 persone incaricato di stabilire tempi e modi per un dibattito a 360° sui problemi della Nigeria è stata annunciata dal presidente martedì 1° ottobre, nel giorno del 53° anniversario dell’indipendenza del paese. “L’idea della conferenza è nata tempo fa – dice padre Patrick Alumuku, portavoce dell’arcidiocesi di Abuja – ed è legata alla percezione che il futuro della Nigeria sarà sicuro solo se sarà negoziato”. Quello del dialogo nazionale è un percorso sperimentato già nel 2004, quando a guidare il paese era Olusegun Obasanjo. Allora il presidente cercava di conquistare sostegno per un emendamento costituzionale che gli consentisse di correre per un terzo mandato, ma il suo progetto si scontrò con forti opposizioni.

Martedì Jonathan ha detto che “quando ci sono questioni che alimentano tensioni e contrasti è assolutamente ragionevole che le parti coinvolte si incontrino e discutano”. Dichiarazioni rilasciate pochi giorni dopo l’uccisione di oltre 70 civili da parte di presunti militanti di Boko Haram, un gruppo radicato nelle regioni del nord a maggioranza musulmana che sostiene di battersi per rovesciare il governo e imporre la legge islamica in tutto il paese. Secondo padre Alumuku, “Jonathan appare schiacciato dalle pressioni, da Boko Haram ma anche dall’irrequietezza dei gruppi armati che operano nel sud petrolifero e cristiano dove il presidente è nato”.

Ci sarebbero queste “pressioni” e l’incapacità di ridurne l’intensità dietro l’ultima decisione di Jonathan. Decisione, d’altra parte, che fonti della MISNA attribuiscono anche ai contrasti interni al partito di governo alimentati dall’eventualità di una nuova candidatura di Jonathan alle elezioni del 2015. “La conferenza è l’unico modo per scongiurare la disgregazione della Nigeria – sostiene Alhaji Abdulkadir Balarabe Musa, un ex governatore dello Stato settentrionale di Kaduna – ma è anche vero che uno dei problemi fondamentali è proprio Jonathan”. Sulla base di un principio non scritto che ha regolato per anni la vita del People’s Democratic Party (Pdp), alla guida della Nigeria dovrebbero alternarsi dirigenti originari delle regioni del nord e del sud. Un criterio violato per la prima volta nel 2011, l’anno dell’elezione di Jonathan, ma che continua a pesare. – Misna

 

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