Un altro segnale di normalizzazione giunge dal Nord Kivu: è stato ufficialmente riaperto il posto di frontiera di Bunagana, al confine con l’Uganda. Lo ha riferito l’emittente locale dell’Onu Radio Okapi, ricordando che il valico era stato chiuso dalle autorità di Kampala nel novembre 2012 dietro richiesta del governo congolese allora in lotta con la ribellione del Movimento del 23 marzo (M23). Occupata dai ribelli dell’M23 per un anno, Bunagana è stata riconquistata dalle truppe regolari (Fardc) lo scorso 30 ottobre durante una vasta operazione militare congiunta con la brigata di intervento dell’Onu.
La chiusura della dogana e la sospensione degli scambi commerciali con l’Uganda sono stati un modo per privare la ribellione delle risorse finanziarie; ciononostante l’M23 aveva stabilito qui il proprio feudo politico. Una decisione costata cara alle autorità congolesi e ugandesi: Kinshasa ha perso circa 670.000 dollari di entrate pubbliche tra tasse e imposte varie sui prodotti importati ed esportati. “Dopo la sconfitta militare dell’M23, la riapertura del posto di frontiera segna il ritorno dell’autorità dello Stato nel territorio di Rutshuru” ha dichiarato il vice governatore del Nord Kivu, Feller Lutayichirwa, durante la cerimonia inaugurale.
Nei giorni scorsi la ricca ma ancora instabile provincia mineraria è stata meta di una visita ufficiale del presidente Joseph Kabila, che ha percorso più di 1200 km in Nord Kivu: un’occasione per celebrare la vittoria sulla ribellione e dare garanzie di un ritorno alla normalità. Da ieri il capo dello Stato si trova a Bukavu, capoluogo del Sud Kivu, dopo una breve tappa a Minova, al confine tra le due province, teatro di violenze e stupri su vasta scala ai danni di 190 donne nel novembre 2012.
Tuttavia la sconfitta dell’M23 e i primi segnali di un ritorno alla normalità istituzionale in Nord Kivu non significano la fine dell’insicurezza nella provincia dell’est. Nelle ultime ore la società civile del territorio di Lubero ha lanciato l’allarme per il crescente flusso di civili in fuga dalle località controllate dalle Forze di liberazione democratica del Congo (Fdlr). In pochi giorni più di 500 famiglie, circa 3000 persone, sono arrivate nella città di Lubero, temendo per le prossime operazioni militari contro le Fdlr da parte dell’esercito congolese e la locale missione Onu (Monusco). Ieri sono cominciati i voli di ricognizione dei droni Onu per monitorare i confini con Uganda e Rwanda e localizzare le decine di gruppi armati e milizie locali ancora attive in Nord e Sud Kivu, a cominciare dalle Fdlr. Secondo esperti Onu negli ultimi tempi la ribellione hutu ruandese si è notevolmente indebolita, soprattutto dal punto di vista numerico; oggi i suoi uomini vengono stimati in 1500, contro 10.000 del passato. Ma le Fdlr sono presenti anche nella provincia meridionale del Katanga, in particolare nella zona di Kalemie, dove sono in corso operazioni dell’esercito. Sempre in Katanga i soldati regolari hanno rafforzato il controllo al confine con lo Zambia per arginare le incursioni dei miliziani Bakata Katanga. – Misna