Da questa settimana nel parlamento del Senegal non si parla più solo francese ma anche wolof, diola, malinké, pular, sérère o soninké. Grazie a un nuovo servizio di traduzioni simultanee, le lingue nazionali possono essere utilizzate anche negli interventi ufficiali.
Secondo Moustapha Niasse, presidente del parlamento, la novità non intaccherà il ruolo centrale del francese, che continuerà a essere utilizzato per tutti i documenti scritti. “Le lingue nazionali – ha sottolineato il dirigente – sono alla base del nostro patrimonio culturale più del francese”.
Il servizio di traduzioni simultanee ha un costo di 300 milioni di franchi Cfa, circa 450.000 euro. I fondi necessari sono stati messi a disposizione dall’Unione Europea, non dalla Francia. – Misna