SLittano per l’ennesima volta i colloqui sotto l’egida Onu, prevista per oggi, tra le varie parti nel conflitto: la nuova tornata dei colloqui di pace, in teoria prevista per il 9 dicembre scorso e poi aggiornata ad oggi e’ stata rinviata ‘sine die’.
Le Nazioni Unite vorrebbero far sedere allo stesso tavolo i due governi e Parlamenti rivali come riuscirono a fare per due volte, peraltro senza alcun risultato, a Ghadames lo scorso 29 settembre e poi l’11 ottobre a Tripoli. Si lavorava da mesi all’obiettivo, ma l’escalation militare (che adesso punta sempre piu’ spesso a installazioni vitali come aeroporti o terminal per l’export petrolifero, l’unica fonte di divisa estera per la Libia) sta minando gli sforzi. “Le consultazioni per tenere la seconda tornata di colloqui continuano con le parti in modo da trovare un accordo sul luogo e sul posto. Ma non domani”, ha detto nella notte una fonte diplomatica al palazzo delle Nazioni Unite, a New York. E adesso non e’ chiaro se, ne’ tantomeno quando, si terra’ la nuova riunione.
Era stato l’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Bernardino Leon, ad annunciare il 24 dicembre davanti al Consiglio di Sicurezza, che le parti avevano trovato un accordo di principio sulla riunione da tenere oggi. La prima riunione di dialogo aveva avuto luogo a settembre, senza alcun risultato; ma per il secondo appuntamento c’erano gia’ stati due rinvii (il 9 e il 16 dicembre). Oggi si riunira’ la Lega Araba, una riunione convocata d’urgenza al Cairo, su richiesta del rappresentante permanente libico in seno all’organizzazione, sostenuta da Egitto ed Emirati Arabi Uniti, per discutere del “terrorismo” nel Paese mediterraneo.
Il presidente nigeriano, Mahamadou Issoufou, ha definito “indispensabile” il 2 gennaio, un intervento internazionale. Il capo dell’Eliseo, Francois Hollande, oggi ha escluso un intervento unilaterale e ha esortato la comunita’ internazionale ad agire per evitare che la situazione precipiti. E quanto all’ipotesi che la Francia partecipi a un’operazione sotto l’egida Onu, il capo dell’Eliseo ha sollecitato “un mandato chiaro”, “un’organizzazione chiara” e le “condizioni politiche” perche’ questa si realizzi: “Ma non stiamo andando in questa direzione”, ha aggiunto. Pur avendo scartato l’opzione militare, la Francia comunque ha installato una base militare temporanea a Madama, nel nord-est del Niger, in prossimita’ della frontiera libica. Intanto la situazione sul terreno rimane caotica. Domenica tra l’altro, i jet delle forze libiche del generale Khalifa Haftar, fedeli al governo internazionalmente riconosciuto di Tobruk, hanno colpito una petroliera greca ormeggiata al porto di Derna, controllato dagli islamisti, causando la morte di due marinai ed il ferimento di altri due. (AGI) .