“Questo paese è in pace”: lo ha detto Jens Toyberg-Frandzen, alla guida dell’Ufficio integrato di peacebuilding dell’Onu in Sierra Leone (Unipsil) alla vigilia della cerimonia con la quale, oggi a Freetown, sarà sancita la fine di una missione internazionale cominciata quando divampava la guerra civile.
“Non c’è più bisogno – ha detto Toyberg-Frandzen – di una missione di peacekeeping o di peacebuilding: il paese è in pace ed esistono molte delle istituzioni necessarie per governare in modo democratico, nonostante in qualche caso siano un po’ deboli”. Alla cerimonia di oggi parteciperanno sia il presidente Ernest Bai Koroma che il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, giunto a Freetown ieri sera.
La fine della missione, prevista il 31 marzo, è stata decisa con una risoluzione del Consiglio di sicurezza. Unipsil aveva il compito di aiutare il governo a scongiurare nuovi conflitti e a contrastare corruzione, traffico di droga e criminalità organizzata in genere. La missione, essenzialmente di supporto amministrativo, aveva sostituito una forza di peacekeeping giunta a contare più di 17.000 effettivi.
Durante la guerra civile, tra il 1991 e il 2002, furono uccise almeno 50.000 persone e altri due milioni furono costrette a lasciare le loro case. In Sierra Leone, uno dei paesi più poveri del mondo nonostante la scoperta di ricchi di giacimenti minerari, dopo la fine del conflitto si sono tenute tre elezioni giudicate dall’Onu “libere e credibili”. – Misna