05/03/2015 – Tunisia – Quasi un terzo di tunisini ammette: ho versato una mazzetta

di Enrico Casale

Il 27% dei tunisini confessa di aver versato mance a funzionari statali durante lo scorso anno mentre il 43% pensa che il versamento del bakchich (la mazzetta) sia necessario per poter beneficiare di alcuni servizi, un fenomeno che ammonta a 225 milioni di euro all’anno. Questi i risultati di uno studio pubblicato dall’Association tunisienne des controleurs publics (ATCP) intitolato “Piccola corruzione, il pericolo banalizzato” realizzato in collaborazione con la societa di sondaggi Emhrod Consulting. Secondo le persone interpellate per questa ricerca i funzionari amministrativi sono responsabili di questo fenomeno che si propaga senza sosta e che viene inteso come una fatalità socioculturale che il cittadino in pratica tollera. Il 77% degli intervistati stima, d’altra parte, che la piccola corruzione non ha smesso di aumentare negli ultimi anni e l’89% tra loro considera che l’assenza di volontà politica nel combattere davvero il fenomeno sia una delle cause della sua stessa proliferazione. L’81% dei tunisini coinvolti nello studio considera che il quadro debole delle strutture di controllo sia una delle principali concause della corruzione, inoltre il 75% stima che la piccola corruzione sia all’origine della criminalità e del terrorimo, mentre il 74% riconosce che essa incide anche sulla perdita del potere d’acquisto dei cittadini.
Nonostante la presenza del fenomeno del bakchich nella società tunisina sia cosi’ invadente, l’84% degli interrogati non denuncia i piccoli episodi di corruzione, come se avesse ormai interiorizzato questi fatti come parte del comportamento normale nei rapporti stato-cittadino. Quando parla di piccola corruzione, lo studio citato, indende scambi per un valore modesto di 5 o 10 dinari tunisini (5 euro al massimo), ma che proprio per la loro diffusione endemica raggiungono cifre totali ragguardevoli, comparabili a quelle della cd “grande corruzione”, e che comunque pesano sul buon funzionamento dei servizi pubblici. – ANSAmed

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