“Sono arrivati intorno alle 23:40. Non sappiamo ancora bene quanti erano, ma erano ben organizzati. Hanno attaccato contemporaneamente la casa dei padri e quella delle Suore”: così una fonte religiosa di Atlas, che si trova in questo momento a Tcheré, nord del Camerun, ricostruisce il rapimento di Padre Giampaolo Marta e padre Gianantonio Allegri.
“Sono venuti per rapire i bianchi – dice ancora la fonte, contattata telefonicamente proprio nei locali della missione da cui sono stati prelevati i due religiosi italiani, in cui si trova per fare un punto sull’accaduto – erano pesantemente armati, ma fortunatamente non hanno sparato e pare che non vi siano feriti. Le suore sono molto scosse”.
Anche questa fonte conferma che l’attacco alle strutture religiose sembrerebbe essere legato alla volontà di rapire i bianchi presenti più che a una semplice rapina.
“Quando sono entrati nella casa delle suore hanno preso Suor Gilberte, lasciando le consorella africane” precisa la fonte, aggiungendo che le preoccupazioni maggiori sono proprio per l’anziana suora canadese di quasi 80 anni e in precarie condizioni di salute. I due padri italiani, di 57 e 47 anni, godrebbero di buona salute.
“L’esercito, la polizia e tutti gli altri corpi di sicurezza sono impegnati nelle ricerche” aggiunge l’interlocutore.
La fonte conferma anche la decisione dei due padri di restare a Tcheré nonostante i rischi sulla sicurezza delle ultime settimane. Proprio oggi, precisa la fonte, tutto il personale religioso della zona avrebbe dovuto riunirsi a Maroua per discutere di come comportarsi sul fronte sicurezza.
Una rappresaglia di Boko Haram?
I due sacerdoti appartenevano alla Diocesi di Vicenza per la quale operavano, in qualità di fidei donum, in una delle due missioni gestite nella diocesi di Maroua Mokolo.
Padre Giampaolo Marta e padre Gianantonio Allegri gestivano la missione di Tchére-Tchakidjebè, che insieme a quella di Loulou rappresentano l’attività della diocesi di Vicenza nel nord del paese.
La missione di Tcheré
Non è ancora chiaro chi siano i responsabili del sequestro – la stessa zona fu teatro alcuni mesi fa del rapimento e poi del rilascio dopo un paio di mesi di un altro religioso di nazionalità francese – ma molti elementi puntano alla pista di Boko Haram, il gruppo armato radicale attivo nella vicina Nigeria e che proprio dall’altra parte della frontiera, nella zona di Maiduguri, ha alcune delle sue roccaforti.
“I padri delle missioni di Maroua erano stati avvisati del rischio di attacchi negli ultimi giorni” dicono fonti religiose ad Atlas, aggiungendo che il sequestro nei giorni scorsi proprio in quella zona del Camerun di un carico di armi destinato in Nigeria e probabilmente ai miliziani di Boko Haram aveva fatto scattare l’allarme per una possibile rappresaglia.
I due fidei donum vicentini che gestivano la missione di Loulou nei giorni scorsi, infatti, avevano preferito trasferirsi a Maroua per questioni di sicurezza.
A Tcheré, invece, la posizione più centrale della missione e la vicinanza con la casa delle suore aveva spinto i sacerdoti a ritenersi più al sicuro. * Ernesto Sii – Atlasweb