Rischia di scaldarsi nuovamente la situazione in Mali dopo l’annuncio, ieri notte, delle Forze armate maliane di aver inviato proprie truppe verso nord per riprendere il controllo di Kidal, roccaforte del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (MNLA).
Varie fonti giornalistiche internazionali hanno confermato ieri le parole dell’esercito di Bamako, segnalando il movimento di diverse colonne di soldati maliani in direzione di Kidal.
Secondo il portavoce dell’esercito, obiettivo di questo primo movimento sarebbe la località di Anefis, considerata “la porta” per entrare nella zona contesa e puntare a Kidal.
L’MNLA, in dichiarazioni rilasciate alla stampa, ha risposto dicendosi pronto a fermare l’avanzata dell’esercito e ad abbandonare il tavolo dei negoziati per portare il conflitto fino alle sue estreme conseguenze.
Parlando con l’agenzia francese Afp, il vice-presidente del movimento a maggioranza Tuareg ha poi invitato i mediatori del Burkina Faso a “riportare alla ragione il governo del Mali” e, in caso contrario, ha chiesto alla forza internazionale (truppe francesi e africane) dispiegata nel nord del paese di farsi da parte.
La tensione è tornata a salire negli ultimi giorni proprio intorno al futuro di Kidal: se il governo intende avere una propria presenza nella città e nelle zone circostanti prima del voto per le prossime elezioni previste entro la fine di luglio, l’MNLA (che attualmente controlla l’area) non intende cedere i “propri” territori finché non sarà raggiunto un accordo politico.
Nelle ultime ore, una serie di denunce (quasi tutte provenienti da Bamako) relative a presunte operazioni di “pulizia etnica” in corso a Kidal ai danni delle popolazioni nere, spinte a lasciare la zona e dirigersi più a sud verso Kidal, hanno inasprito il confronto.
Questa pulizia etnica, secondo molte fonti, sarebbe stata compiuta da elementi del MNLA, che smentisce e accusa “elementi infiltrati dall’esercito maliano
Negli ambienti vicini al MNLA si sostiene che la storia della “pulizia etnica” sia stata fabbricata ad arte per fornire un motivo con cui giustificare l’invio dell’esercito a Kidal. ”.* Ernesto Sii – Atlasweb