Scontri con diversi morti hanno insanguinato l’Egitto nel venerdi’ della rabbia dei Fratelli musulmani, 48 ore dopo la deposizione del presidente islamista Mohamed Morsi da parte delle forze armate. Almeno tre manifestanti sono rimasti uccisi negli scontri con i militari mentre in centinaia cercavano di raggiungere il quartier generale della Guardia repubblicana, dove e’ rinchiuso Morsi. Mansour scioglie il parlamento e cambia capo degli 007
Testimoni hanno accusato i soldati di aver sparato pallini da caccia ad altezza d’uomo, ma l’esercito ha assicurato che i suoi uomini hanno usato solo colpi a salve e lacrimogeni. Sono decine di migliaia i manifestanti scesi in piazza al Cairo, dove le truppe hanno presidiato l’area attorno alla moschea Rabia al-Adawiya, nel quartiere di Nasr City, ma anche ad Alessandria, ad Assiut e in altre citta’ dell’Egitto. Era stata l’Alleanza nazionale a sostegno della legittimita’, un cartello di partiti e movimenti islamici di cui fanno parte anche i Fratelli musulmani, a convocare le proteste. A Luxor, nel sud, un militante islamico e’ morto all’alba negli scontri tra musulmani e cristiani. I militanti islamici hanno reagito dando alle fiamme diverse abitazioni cristiane in citta’. Nella citta’ di Ismailia, a Suez, i soldati hanno sparato in aria quando i manifestanti hanno cercato di irrompere nell’ufficio del governatore, senza causare feriti.
Anche l’opposizione liberale ha lanciato un appello ai suoi sostenitori a scendere in piazza e ci sono stati anche scontri con gli islamisti a Damanhour, capitale della provincia Beheira nel delta del Nilo, dove 21 persone sono rimaste ferite.
Nella notte c’erano stati anche serie di attacchi nel nord della penisola del Sinai. Un soldato egiziano e’ morto e altri due sono rimasti feriti nell’offensiva lanciata da gruppi armati all’aeroporto di El Arish e a tre checkpoint militari. Intanto dopo la rimozione di Morsi, l’Unione Africana ha sospeso l’Egitto da tutte le attivita’. E adesso si attendono gli sviluppi. Nella notte l’esercito ha lanciato un appello alla riconciliazione e messo in guardia da atti di vendetta che rappresentano “una minaccia per la pace sociale e gli interessi della nazione, cosi’ come “ricadono negativamente sulla sicurezza e l’economia egiziana”. Non e’ detto che verra’ ascoltato. (AGI) .