E’ “davvero inaccettabile” il coprifuoco imposto ai civili dai ribelli del Movimento del 23 marzo (M23) nel territorio di Rutshuru, sotto il loro controllo: lo ha dichiarato il portavoce militare della locale missione Onu (Monusco), il luogotenente colonnello senegalese Felix Basse, aggiungendo che “i caschi blu stanno monitorando la situazione fino a una futura operazione”. Secondo Basse, prima di passare nuovamente all’offensiva “in questo momento bisogna consolidare le posizioni riconquistate dall’esercito regolare”.
Lo scorso 30 agosto le forze armate congolesi (Fardc) e i caschi blu della brigata Onu sono riusciti a allontanare l’M23 dalla colline delle ‘tre antenne’ a Kibati, 20 km da Goma, capoluogo del Nord Kivu. I ribelli, che hanno decretato un cessate-il-fuoco unilaterale, si sono ritirati, ripiegando 10 km più a nord verso Kibumba, possibile teatro della prossima offensiva militare. Inoltre, a causa dell’instabilità diffusa e dei danni materiali causati dagli ultimi scontri tra l’esercito e l’M23, le autorità di Goma hanno dovuto rinviare di una settimana la riapertura delle scuole per il nuovo anno accademico. “Dobbiamo anche trovare una soluzione per le migliaia di bambini sfollati” ha sottolineato il governatore della ricca provincia mineraria teatro di un conflitto ventennale, Julien Paluku.
Mentre sul terreno vige una situazione di calma tesa, tutti gli occhi sono puntati verso Kampala, capitale dal confinante Uganda che assieme al Rwanda sostiene militarmente e politicamente l’M23. Ieri a Kampala si sono riuniti ministri degli Esteri e responsabili deIla Difesa dei paesi dei Grandi Laghi, mentre oggi si terrà un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo della Conferenza internazionale dei Grandi Laghi (Cirgl).
L’iniziativa diplomatica regionale, voluta dalla comunità internazionale, è guardata con scetticismo dalla maggior parte della popolazione del Nord Kivu e dalla stampa locale: si tratterebbe solo “dell’ennesimo tentativo di distrarre l’opinione pubblica senza risolvere nulla” secondo il giornale Le Potentiel. Anche se il vertice di Kampala si tiene in un momento di particolare debolezza dell’M23 e di crescenti pressioni sui suoi alleati ruandesi e ugandesi, in pochi credono che dalla capitale ugandese arrivi una richiesta di disarmo o di scioglimento della ribellione tutsi e nemmeno sanzioni mirate. Giunta a Kinshasa lo scorso fine settimana, anche l’inviata speciale dell’Onu per i Grandi Laghi Mary Robinson parteciperà ai lavori di Kampala. L’ex-presidente irlandese auspica la ripresa dei colloqui diretti tra ribelli e governo congolese per trovare una “soluzione politica” all’infinita crisi in Nord Kivu. – Misna