La polizia del Madagascar ha annunciato di avere arrestato 19 persone a Nosy Be, teatro del linciaggio, pochi giorni fa, di tre uomini – tra cui un italiano – accusati dalla folla di pedofilia e dell’omicidio di un bambino. I gendarmi hanno avuto l’ordine di arrestare le persone coinvolte nel linciaggio e chi ha scattato le fotografie di quanto accaduto.
I tre uomini linciati, tra cui un italo-francese – sono accusati di traffico d’organi. La Farnesina ha reso noto che il connazionale, ceh ha cittadinanza anche francese, è Roberto Gianfalla. Il ministero degli Esteri italiano ieri ha sconsigliato viaggi nell’area – paradiso ecologico visitato ogni anno da centinaia di migliaia di turisti – dopo i gravi disordini tra il 2 ed il 3 ottobre, pur essendo la situazione dell’ordine pubblico in apparente via di normalizzazione.
L’orrore giovedì scorso – Sulla spiaggia di Ambatoloaka sono ancora evidenti le tracce della terribile esecuzione di Gianfalla, del francese Sébastien Judalet e di un malgascio di nome Zaidou. I quotidiani locali, l’Express e il Madagascar Tribune, hanno scritto che Gianfalla aveva il visto scaduto. L’uomo era originario di Palermo, da dove era partito anni fa. L’orrore a Nosy Be si è scatenato mercoledì pomeriggio dopo la scomparsa di Mohamad, un bambino di otto anni. Un gruppo di isolani ha assaltato un commissariato dopo l’annuncio dell’arresto di una persona in relazione al caso. Poi nelle ore seguenti la rabbia della gente si è rivolta verso i “vazaha” (gli stranieri europei in lingua malgascia). Ma è nella mattinata di giovedì che si è consumato il tragico epilogo, dopo il ritrovamento del cadavere mutilato del bimbo, privato dei genitali, della lingua e di altri organi. Sotto tortura, Gianfalla e Judalet avrebbero confessato i loro crimini. Sono le 7 del mattino – scrive l’Express – e i due occidentali vengono bruciati – forse vivi – in spiaggia. In serata la stessa sorte è toccata a Zaidou, nativo dell’isola, accusato di essere complice dei due stranieri. Dopo essere stato linciato da una folla, l’uomo è stato condannato allo stesso supplizio. E malgrado la calma apparente e il coprifuoco testimoni locali hanno riferito che un quarto uomo, proprietario di un albergo, sarebbe ricercato dalla popolazione, ansiosa di farsi ancora una volta giustizia da sé. – Rainews24