“E’ piu’ importante proteggere una vita umana che proteggere un confine”, ha continuato Crepeau, definendo “cinica” l’affermazione secondo cui Mare Nostrum avrebbe attirato i migranti invece che servire da deterrente.
“E’ una falsita’ – ha detto nel corso di una conferenza stampa – ma anche se fosse vero cosa dovremmo fare, lasciarli morire in mare?”.
Cio’ che invece va fatto per scoraggiare i trafficanti, ha sottolineato, e’ lavorare sui reinsediamenti dei rifugiati nei paesi piu’ ricchi e accantonare “politiche repressive che non scoraggiano i flussi migratori perche’ la speranza e’ sempre piu’ forte della paura”. Cosi, ad esempio, “se pianificassimo io reinsediamento entro i prossimi cinque anni di un milione di rifugiati siriani, al mio paese, il canada, ne toccherebbero 8.000, un numero sostenibile”.
All’Europa, ha aggiunto, spetta l’avvio di “un’apertura e mobilita’ regolamentate” attraverso l’accesso alla giustizia, la presa d’atto che serve in Occidente manodopera a bassa qualifica e l’abbattimento di quelle “barriere e proibizioni da cui e’ nato il modus operandi dei trafficanti di esseri umani e in cui questi prosperano eludendo le restrittive politiche migratorie di molti Stati membri dell’Ue”.
Quanto all’Italia, il relatore speciale ha preferito glissare sugli scandali che coinvolgono la gestione dei centri di accoglienza dei migranti a Roma. “Il tema non rientra nel mio mandato”, ha detto. Agi