I peacekeeper del Ciad hanno scortato i leader dei ribelli Seleka verso nord fuori dalla capitale della Repubblica Centrafricana, facendo alzare il sospetto che siano loro alleati. Lo fa sapere Human Rights Watch a Bangui, tramite il direttore per le emergenze Peter Bouckaert. Ha raccontato di avere visto il 26 gennaio un convoglio dei peacekeeper dirigersi verso nord e che tra i veicoli c’erano leader ribelli. In una delle auto, ha detto al telefono, ha riconosciuto il generale Mahamat Bahr, capo dell’intelligence militare dei Seleka. I peacekeeper del Ciad sono parte della forza dell’Unione africana e in precedenza avevano ordinato ai ribelli Seleka di non uscire dalle loro basi.
I membri del gruppo umanitario hanno filmato il convoglio, fornendo così la prima prova concreta che i peacekeeper del Ciad, incaricati di proteggere i civili, sarebbero invece collusi con i vertici ribelli accusati di aver trascinato il Paese nel conflitto. Il colonnello Leon Ndong, ufficiale incaricato delle comunicazioni per le forze di pace dell’Unione africana, ha detto di non essere autorizzato a discutere l’argomento. Il portavoce della missione Eloi Yao ha detto per telefono ad AP di essere in riunione e quindi di non poter rispondere alle domande dei giornalisti. Per mesi si sono rincorse crescenti notizie sul fatto che i soldati del Ciad fossero parte attiva nel conflitto, schierati con i ribelli Seleka.
Ufficiali per i diritti umani delle Nazioni unite in precedenza avevano detto che erano in corso indagini su “diverse testimonianze di collusione”. Intanto le nuove notizie di violenze nel nord del Paese, dove i ribelli sono fuggiti e si stanno riorganizzando, si sommano. In uno di essi, Hrw ha documentato che il 28 gennaio a Sibut tre cristiani sono stati arrestati dai ribelli Seleka, che li hanno legati e poi colpiti con coltelli per cinque ore, accusandoli di far parte di una milizia. Quando è stato chiaro che i tre erano estranei alle accuse, il comandante ha ordinato che fossero uccisi. – LaPresse/AP