06/03/2014 – Algeria – Dispersa manifestazione contro candidatura Bouteflika

di AFRICA

 

Una quarantina tra fermi e arresti, anche di giornalisti, e i manifestanti dispersi dalle forze dell’ordine: si è concluso così il corteo conto un quarto mandato del presidente Abdelaziz Bouteflika, candidato alle prossime elezioni di aprile, convocato oggi nel centro di Algeri dal movimento ‘Barakat’ (Basta!).

“In realtà le manifestazioni coinvolgono solo una piccola fetta della società algerina – dicono alla MISNA fonti contattate nella capitale – e soprattutto nelle città perché è qui che risiede l’elite del paese. Nell’entroterra, negli altipiani, dove vivono le fasce più povere, di questi movimenti organizzati non arriva neanche l’eco”.

Secondo la stampa tra i manifestanti riunitisi davanti all’università c’erano soprattutto giovani che hanno cercato di resistere alle intimidazioni degli agenti, sparpagliandosi lungo l’arteria Didouche Mourad, poco distante. Nonostante la revoca dello stato d’emergenza, nel 2011, le manifestazioni in Algeria restano vietate. A suscitare una nuova ondata di proteste è la candidatura del 77enne capo di Stato, Abdelaziz Bouteflika, al potere dal 1999, per un nuovo mandato alla guida del paese.

“Il dibattito sul candidato presidenziale – osservano le fonti di MISNA – appassiona e infiamma intellettuali e giornalisti, ma tutti qui sanno che a governare realmente non è il capo dello Stato quanto il suo clan, fortemente radicato in tutti i gangli della vita pubblica, che siano politici, economici o della sicurezza”.

Nei giorni scorsi, diversi aspiranti al soglio presidenziale hanno aderito all’appello per il boicottaggio delle urne lanciato dai movimenti islamisti e di opposizione. L’avversario più accreditato – tra i 12 attualmente al vaglio del Consiglio costituzionale – è l’ex ministro Ali Benflis, il quale ha già denunciato la possibilità di brogli.

Ma a preoccupare l’elettorato – convocato alle urne per il 17 aprile – è soprattutto “l’assenza di un’alternativa reale, capace di riformare un establishment cristallizzato da anni” sostengono gli interlocutori, secondo cui “nel dubbio di un futuro più incerto e in mancanza di grandi prospettive, in molti decideranno di disertare la convocazione, esprimendo così il loro dissenso”. – Misna

 

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