L’isola di Mauritius, nota come rinomata località turistica nel sud-ovest dell’Oceano Indiano e crescente hub finanziario africano, si è classificata al primo posto nell’Indice africano di Trasformazione economica stilata dal Centro africano per la trasformazione economica (ACET).
Nell’analisi – la classifica tiene conto di aspetti quali diversificazione economica ma anche benessere di propri abitanti – Mauritius ha superato tutti, inclusi SudAfrica, Costa d’Avorio, Uganda, Kenya e Gabon.
Tra i criteri che sono stati considerati nella valutazione dei paesi, c’era la diversificazione della produzione e delle esportazioni, la competitività delle esportazioni e profitti, aumento della produttività, valorizzazione tecnologica e miglioramenti economici nel benessere dei singoli cittadini e, in particolare, l’espansione dell’occupazione formale produttiva.
Il successo dell’arcipelago e totale, se si pensa che Mauritius risulta al primo posto in tutti gli indicatori tranne due: produttività (dov’è al 2° posto) e tecnologie (14imo), settore quest’ultimo dove il SudAfrica resta il leader del continente, seguito da Senegal, Uganda, Nigeria , Botswana, Zambia e Kenya.
Il rapporto, che analizza il periodo 2000-2011, ha sottolineato che i cinque pilastri della crescita di Mauritius sono zucchero, tessile, turismo e ospitalità, e, più recentemente, i servizi finanziari e l’espansione della Tecnologia Informatica.
Insieme con il Botswana, Mauritius ha registrato la crescita più impressionante del PIL pro capite dal 1971-2010.
Da un tasso di crescita del 0,6% annuo nel 1970, il PIL pro capite è salito rapidamente al 5,1% l’anno nel 1980, quando Mauritius ha iniziato la sua trasformazione da un esportatore di mono-cultura (zucchero) a esportatore di prodotti tessili e dell’abbigliamento. Il suo PIL pro capite (PPP 2005 dollari americani) è più che triplicato tra il 1981-2010. * Ernesto Sii – Atlasweb