Prima i cortei di protesta e gli scioperi per l’ultima replica di Aida ed un concerto sinfonico all’Opera del Cairo, ora l’occupazione del ministero della cultura. Continua la protesta di artisti e intellettuali contro il nuovo ministro della cultura Alaa Abdel Aziz, uomo vicino ai Fratelli Musulmani, e che fra i suoi primi atti ha deciso la rimozione di diversi responsabili di enti culturali: dalla presidente dell’Opera del Cairo, Ines Abdel-Dayem, ai vertici degli enti per l’editoria e le arti visive.
Nel secondo giorno di occupazione della sede del ministero a Zamalek, riferisce Al Ahram online, gli artisti hanno organizzato un programma di performance e proiezioni. Con l’intento di restare nella sede del ministero, dove una trentina di loro ha trascorso la notte, finche’ Abdel Aziz non avra’ dato le dimissioni.
Oggi si e’ dimesso per protesta dal Consiglio supremo per la Cultura lo scrittore Bahaa Taher, mentre ieri ha lasciato il segretario generale dello stesso organismo, Said Tawfik. Il 28 maggio il sipario dell’Opera si era alzato sul cast al completo e in costume di scena, che aveva annunciato al pubblico lo sciopero per solidarieta’ con la presidente appena ‘silurata’.
Il timore e’ quello di una sistematica occupazione dei posti di potere da parte dei Fratelli Musulmani e di una progressiva ”islamizzazione” della cultura egiziana.
Ma piu’ distaccato e’ il punto di vista di Hassan Kami, tenore di fama che fino al 2001 ha cantato anche in molti teatri d’opera internazionali, compresi il Metropolitan di New York e, in Italia, la Scala di Milano e l’Arena di Verona. ”Non credo che questo ‘dramma’ dei fratelli Musulmani durera’ tanto – dice Kami parlando con ANSAmed – perche’ non riusciranno mai a cambiare l’identita’ egiziana. Abbiamo attivita’ operistiche dal 1869 e per tradizione mettiano in scena l’Aida ogni anno”, prosegue Kami, ricordando la costruzione del primo teatro d’opera al Cairo e l’opera commissionato dal Khedive’ d’Egitto a Giuseppe Verdi. Da noi sono venuti tanti cantanti italiani, da Beniamino Gigli a Mario del Del Monaco”.
”Un deputato islamista ha detto che il balletto dell’Aida (peraltro molto casto, ndr) non gli e’ piaciuto. Ma abbiamo un corpo di ballo internazionale, diretto dall’italiana Erminia Gambarelli, gia’ etoile della Scala”, sottolinea il tenore, gia’ responsabile dell’Opera per i rapporti internazionali fino al 2009, e’ molto noto anche come attore e ora si occupa della sua libreria antiquaria vicino al museo egizio.
Italiana anche la corista Vincenza Privitera, che riconosce il rischio il balletto esca per sempre di scena dall’Opera del Cairo, ”visto che loro considerano cosi’ scandalose le nostre ballerine. Cosa che non e’ affatto vera – aggiunge – non capisco perche’ loro facciano scandalo, e non lo facciano le ballerine di danza del ventre nei cabararet”.
”Vogliono sconfiggere la cultura egiziana e rimuovere tutte le sue figure di rilievo”, dice il direttore e compositore Hirsham Gabr. ”Probilmente non vedremo piu’ nessuno spettacolo all’Opera del Cairo”, risponde ancora Gabr, perche’ a suo avviso quanto sta accadendo rientra nel disegno di chi ritiene che la musica, l’arte e la danza siano proibite dalla religione.
I Fratelli Musulmani come gli estremisti salafiti, dunque? ”No, ma usano i salafiti per apparire piu’ moderati di loro e nello stesso tempo li finanziano e li usano a fini elettorali. Ma e’ una ridicola commedia in cui non crede nessuno”. * Luciana Borsatti – ANSAmed